Sono attesi fino al 7 dicembre quasi 400.000 visitatori alla biennale Dak’Art per scoprire il meglio dell’arte africana e della diaspora attraverso centinaia di eventi culturali nelle aree “in” e “off” che uniscono pittura, scultura, installazioni sonore e musicali, performance e dibattiti.
In un contesto in cui molti monumenti storici e classici di Dakar e del Senegal stanno scomparendo sotto i colpi degli escavatori, gli architetti senegalesi si uniscono per dire “Stop!”. “Il concetto di Bakku è un grido del cuore degli architetti senegalesi contro i monumenti classici distrutti dalle autorità statali”, spiega l’Ordine degli Architetti del Senegal.
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Bakkuche significa protezione in wolof, è una mostra che riflette questo desiderio di salvaguardare l’identità culturale e architettonica del Senegal. Presso la sede dell’ordine degli architetti sono esposte diverse opere provenienti da vecchi edifici, ormai scomparsi o in pericolo di scomparsa.
«Non abbiamo ancora iniziato la battaglia. Abbiamo realizzato questa mostra per dimostrare che ci siamo, per sapere che c’è tutta una comunità di urbanisti, architetti, artisti, intellettuali che vogliono salvare questo patrimonio che ripercorre l’evoluzione della città ha spiegato un architetto che invoca un “architettura africana inclusiva»
Questa mostra, che si svolge al di fuori della biennale, è un vibrante grido dal cuore degli architetti senegalesi per la conservazione del patrimonio architettonico del paese. Mentre la Biennale Dak’Art celebra l’arte africana, la mostra Bakku ci ricorda una verità fondamentale: la cultura di un Paese passa anche attraverso la sua architettura.
Par Moustapha Cissé (Dakar, corrispondenza)
13/11/2024 alle 10:32
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