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Il “re della truffa” Marco Mouly viene scarcerato, prima di una possibile nuova condanna

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Non è più dietro le sbarre, ma per quanto tempo? Marco Mouly, protagonista della gigantesca truffa della “carbon tax”, è stato rilasciato sabato 2 novembre 2024, secondo le informazioni di parigino confermato da fonte giudiziariaAgenzia -Presse (AFP), questo venerdì 8 novembre.

Era detenuto da marzo nel carcere La Santé di Parigi, dopo la revoca parziale di una condanna del 2019.

Condannato a tre anni di carcere nel 2019

L'uomo di 59 anni, soprannominato “il re della truffa”, viene rilasciato dal carcere “a seguito della sentenza della camera di sentenza del 29 ottobre”ha precisato la stessa fonte.

Mardoché Mouly, detto Marco Mouly, è stato condannato nel 2019 a tre anni di carcere, accompagnati in particolare dall'obbligo di dimostrare l'occupazione o la formazione. Non avendo rispettato le condizioni della sua sospensione probatoria, la sua pena detentiva sospesa è stata parzialmente revocata.

Leggi anche: Documentario “The Kings of Scam” su Netflix: Marco Mouly avrebbe mentito su un ruolo

In un altro caso, “Marco l'Elegante”, l'altro suo soprannome dovuto al suo stile di vita sontuoso, è apparso il 25 settembre a Parigi, per frode e organizzazione fraudolenta della sua insolvenza.

È accusato in particolare di aver ridotto i suoi diritti d'autore nei contratti editoriali o addirittura di aver nascosto entrate nel quadro di un contratto di influencer.

Contro di lui sono richiesti quattro anni di carcere

L'accusa ha chiesto nei suoi confronti quattro anni di reclusione nonché l'interdizione permanente dall'esercizio di un'impresa, precisando che avrebbe volontariamente evitato di ottenere “redditi pignorabili”al fine di impedire il rimborso dei suoi debiti legali. Martedì 12 novembre il tribunale penale di Parigi pronuncerà la sua sentenza.

A fine giugno 2017 Marco Mouly è stato condannato in appello a otto anni di reclusione e a un milione di euro di danni nell'ambito della cosiddetta “carbon tax”, una vasta frode dell'IVA sul mercato dei diritti di inquinare.

È stato inoltre condannato, in solido con gli altri imputati, a pagare allo Stato francese una multa di oltre 283 milioni di euro.

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