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la schiacciante indagine sull’abbandono di Samuel Paty

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Una spirale mortale, un uomo isolato, abbandonato dai suoi coetanei e dagli islamici assetati di sangue. Gli ultimi giorni di Samuel Paty, questo professore di storia e geografia di un piccolo college di Yvelines brutalmente assassinato il 16 ottobre 2020, hanno tutte le caratteristiche di un vero film dell’orrore. Abbandonato dal suo management e dai suoi colleghi, calunniato da uno dei suoi studenti, Samuel Paty, al quale lo Stato ha rifiutato la protezione della polizia, è stato pugnalato diciannove volte prima di essere decapitato da un giovane ceceno radicalizzato all’ideologia jihadista.

Quattro anni dopo la tragedia, sua sorella Mickaëlle Paty parla in un toccante documentario. Prodotto da Stéphane Simon e Canale+il film ripercorre gli ultimi undici giorni di Paty, la sua lenta discesa agli inferi e questa spirale di odio, alimentata dalla menzogna di uno studente manipolato dagli ingegneri del caos, che porterà all’omicidio di un insegnante, nel mezzo della strada, in una Francia ancora traumatizzata dagli attentati di Nizza e del Bataclan.

Una domanda, molte risposte

Come siamo arrivati ​​a questo punto? Il documentario di Stéphane Simon tenta di rispondere a questa domanda oscura e spinosa. fallimento dei servizi segreti, codardia della direzione del collegio Bois-d’Aulne, dove insegnava Samuel Paty, bugie seriali, risultati schiaccianti, sia per i servizi statali, sia per l’Educazione Nazionale, intrappolata nella sua “no wave” politica. Mickaëlle Paty parla davanti alle telecamere Canale+con un obiettivo chiaro: rendere giustizia a suo fratello e far luce su questo fallimento totale, affinché mai più un professore venga ucciso per un reato di blasfemia. “La storia dietro l’omicidio di Samuel Paty è stata coperta dai media, spiega Stéphane Simon, e ci è voluto almeno un film di 90 minuti per raccontare la storia dell’intera indagine. »

“Dovevamo parlare della lotta cittadina guidata da Mickaëlle Paty, che lavora da due anni per cambiare le cose! »

Quest’ultimo, Stéphane Simon lo ha descritto dettagliatamente in un libro pubblicato nell’aprile 2023 da Guida, Gli ultimi giorni di Samuel Patyscritto insieme al giornalista Victor Lefebvre. “Avevamo già il materiale, specifica il primo, ma non potevamo non parlare della lotta cittadina guidata da Mickaëlle Paty, che da due anni lavora per cambiare le cose! »

Amato all’unanimità dai suoi studenti

Sei mesi di riprese, viaggi sul campo, al Senato in particolare, dove, in seguito all’audizione della sorella di Paty, è stata avviata una commissione d’inchiesta per evidenziare le mancanze dello Stato in questa vicenda, il documentario rende lo spettatore rivivi la lotta di una donna che lotta per ristabilire la verità.

Il resto dopo questo annuncio

Dall’ospedale dove lavora come infermiera, fuori dal Senato, e perfino nel luogo dove suo fratello è stato decapitato, Mickaëlle Paty ritorna in questi luoghi “piccoli momenti durante i quali [son] il fratello avrebbe potuto essere salvato». Commovente, toccante, Nel nome di mio fratello ci colpisce allo stomaco e riesce, oltre a ciò, a infonderci un briciolo di senso di colpa, come se fossimo tutti in qualche modo responsabili della bancarotta collettiva che ha portato all’assassinio di Samuel Paty.

Un film preciso e implacabile

Il film ripercorre con precisione esperta la catena di circostanze che hanno portato al peggio, in particolare le posizioni violente di Abdelhakim Sefrioui, questo attivista islamista incriminato il 21 ottobre 2020 per “complicità in un omicidio in relazione ad un’impresa terroristica” Quest’uomo, promotore di un Islam rigoroso, susciterà le paure e le passioni che spingeranno Abdoullakh Anzorov, 18 anni e apprendista jihadista, a “vendicare il profeta”. “Con Brahim Chnina, il padre dello studente bugiardo, fu Sefrioui a organizzare la cabala, presentando l’insegnante come “un delinquente che offese il profeta””spiega Victor Lefebvre. Per il giornalista investigativo Abdelhakim Sefrioui “ha dato una dimensione forte a quello che inizialmente era solo un incidente sui social network”.

Il pericolo dell’islamismo

Ma è anche la persona di Samuel Paty che il documentario esplora, un uomo impegnato nella sua professione, amato all’unanimità dai suoi studenti, la cui integrità alla fine andrà perduta. Perché è per aver mostrato caricature del profeta dell’Islam, per aver difeso la libertà di espressione, tanto cara ai valori repubblicani, che la testa di Samuel Paty sarà esibita sui social da Abdoullakh Anzorov. Alla vigilia della sua morte, Samuel Paty non è più lo stesso uomo. Isolato, spaventato, l’insegnante non è altro che l’ombra di se stesso. Si muove con una felpa con cappuccio, “per paura di incontrare un genitore aggressivo”.

“Cinque giorni prima dell’attacco, Paty ha inviato un’e-mail ai suoi colleghi dicendo loro che era stato minacciato dagli islamisti locali”

Non percorre più la stessa strada verso casa, scegliendo strade trafficate. A differenza degli altri, Samuel Paty sa che la sua vita è in pericolo. Arriverà al punto di prendere un martello e metterlo nella borsa, segno della disperazione che deve affrontare. “Cinque giorni prima dell’attacco, Paty ha inviato un’e-mail ai suoi colleghi dicendo loro che era stato minacciato dagli islamisti locali”precisa Victor Lefebvre. Ma nessuno presta attenzione al suo disagio, nemmeno l’intelligence territoriale di Yvelines (78), che scriverà un documento “pieno di approssimazioni cronologiche, sottovalutando la gravità della situazione e lo stato di minaccia che grava su di lui”continua il giornalista.

Un fallimento totale

È stato da solo che Samuel Paty ha ceduto alle coltellate inflittegli da Abdoullakh Anzorov, anche lui passato sotto il radar dell’intelligence. Il fallimento è totale, e si ripeterà tre anni dopo, il 13 ottobre 2023, quando il professore di letteratura Dominique Bernard verrà trucidato da un islamista ad Arras. Nel nome di mio fratellopiù che un documentario investigativo, è un ultimo grido d’allarme: mai più.


Nel nome di mio fratelloil film di Stéphane Simon, sarà trasmesso su C8 il 16 ottobre alle 21:20.

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