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“Non ho alcuna riluttanza ad accoglierlo sotto il mio tetto”: “Marc Dutroux, un uomo libero?”: abbiamo visto lo scioccante documentario di RTL sulla sua scarcerazione

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Trent’anni dopo la vicenda che fece inorridire il Belgio e il gigantesco fiasco giudiziario che ne seguì, “Marc Dutroux, un uomo libero?” rischia di far discutere. Sconsigliata ai bambini sotto i 10 anni, questa docu-fiction trasmessa questa sera su RTL-TVi e presentata da Julie Denayer esamina la possibilità di reinserimento – con diversi riferimenti espliciti – di uno dei più grandi criminali che il Belgio abbia mai conosciuto. Marc Dutroux è stato condannato all’ergastolo (ovvero a 30 anni), 20 anni fa, per stupro di minori, rapimento e omicidio, in particolare. Considerato “né suicida né demente”, il suo rilascio è in attesa. “Il carcere a lungo termine è controproducente, assicura Christian Panier, ex giudice e proprietario dell’alloggio dove attualmente alloggia Michèle Martin, moglie di Marc Dutroux. “Più è lungo, più crea recidiva”.

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Gino Russo: “La mia vita è incollata a questa storia”

Tra le testimonianze di questa docu-fiction, notiamo quella del padre sempre toccante di Mélissa, la cui vita è “per sempre attaccata a questa storia, non so come lasciarla andare”. “Non faccio differenza tra Michelle Martin e suo marito, confessa Gino Russo. I crimini non possono avvenire senza la complicità di entrambi”. E per concludere: “una seconda possibilità, ne avevano già una!”

Quanto al padre di Julie, Jean-Denis Lejeune, inizialmente si rifiutò di partecipare a questo documentario. “Un altro che non cambierà molto per cambiare i nostri decisori, deplora il sistema giudiziario ma soprattutto il nostro mondo politico che non si muove di un briciolo sulla questione. Le sentenze non sono degne degli assassini e degli stupratori di bambini.”

Rapporti di psichiatri vanno nella stessa direzione

Attraverso le analisi di esperti vicini al caso, “Marc Dutroux, un uomo libero?” Quindi valutare i pro e i contro se il pedofilo ora vivesse la sua vita quotidiana fuori dalle mura del carcere di Nivelles?

Se le perizie psichiatriche sembrano unanimi: “non si è evoluto e resta pericoloso per la società”; “è ancora uno psicopatico che ha il potere di ferire senza empatia”; “ha un’assenza di pentimento e pensa solo a se stesso”: “Abbiamo ritenuto che ci fosse ancora un rischio “, il suo avvocato deplora che lo sia “sequestrato nella sua stessa prigione”.

“Dare speranza a chi è condannato per reinserimento”

“Marc Dutroux oggi è più in pericolo che pericoloso”, continua Bruno Dayez di fronte alla rabbia dell’opinione pubblica che è ancora molto presente. Con il rischio di rivolte e imbarazzi che la sua uscita dal carcere potrebbe creare. “Dobbiamo essere in grado di lasciarsi andare e offrirgli un posto dove stare dove possa godere di una libertà misurata in assenza di pubblico.“E per andare ancora oltre:”Non avrei alcuna riserva ad ospitarlo sotto il mio tetto. Lo conosco, lo frequento. Non è un mio amico intimo ma si è instaurata una certa familiarità.”

E alla luce dei testi di legge e di giustizia, il magistrato della stampa del processo Dutroux non dice il contrario. “Il reinserimento sociale è possibile purché tutto sia ben controllato.” Prosegue Philippe Morandini: “Se il lavoro su se stessi è stato fatto con l’aiuto, se c’è consapevolezza della gravità dei fatti e se c’è desiderio di reinserimento, ci viene detto che non dobbiamo privarci di questo perché dà una speranza per ogni condannato persona da reintegrare.”

Sle ultime parole di “Marc Dutroux: un uomo libero?” viene affidato a Jean-Denis Lejeune che manda un nuovo messaggio ai politici, Matt Graves sembra riassumere bene l’inestricabile situazione : “Per favore, non rilasciatelo, dice questo esperto in casi penali. Sarebbe un errore per la giustizia e un errore per il Belgio.”

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