Stéphane Bern critica i programmi televisivi
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Stéphane Bern critica i programmi televisivi

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Sebbene Stéphane Bern non sia il tipo che si pente, riconosce che le trasmissioni su nastro hanno “mancante”. Alla guida di Canal+, dal 2003 al 2006, con puntate delle 20.10 in punto, poi del venerdì in punto e del sabato in punto, l'appassionato di storia vorrebbe condurre un nuovo talk show con ospiti.Non mi viene offerto o detto: 'Banco, vai avanti, metti insieme una nuova gang e facci ridere'. Cerco di non avere rimpianti, ma è vero che mi è piaciuto. Unirebbe due passioni: accogliere le persone che fanno notizia culturale raccontando loro cose orribili, ma almeno cose belle”, confida il presentatore 60enne al microfono diStiamo rifacendo la TV su RTL.

Piccante, un po' beffardo e insolente nei suoi programmi precedenti, Stéphane Bern deplora il tono attuale in televisione: “Ormai non sappiamo più come accogliere gli ospiti prendendoli un po' in giro. [d’eux, NDR]questo è il sale. Ora, la gente viene, sono in saldo quindi è: 'Stendete il tappeto rosso per me'.” Prima di aggiungere: “Penso che quest'epoca si prenda così sul serio che non siamo niente.”

Ho perso mio padre, ho perso mio fratello…”

Un desiderio di leggerezza che lui stesso spiega: “Forse ciò che è cambiato è stata la mia vita in campagna, ho perso mio padre, ho perso mio fratello e quando perdi persone così vicine, a cui pensi sempre, e ti ritrovi solo, ti dici che la vita è così breve, che basta poco per perdere le persone, per perdere chi ami, quindi, cosa mi prenderò sul serio? Sono solo un povero mortale, finirò in polvere in poco tempo.”

Sul manifesto della finale Il monumento preferito dai francesi, mercoledì 18 settembre su France 3, parla della sua immagine in TV e dei progetti a lui affidati: “Sai, devi fare ciò che la gente si aspetta da te. Cioè, la gente vuole vederti come il ragazzo ben educato che presenta l'incoronazione di Re Carlo, per esempio.”

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