“Kaizen”, il toccante e suggestivo documentario di Inoxtag
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“Kaizen”, il toccante e suggestivo documentario di Inoxtag

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Un sogno d'infanzia per questa star dei social (quasi 8 milioni di follower su YouTube, 5,9 milioni su TikTok e 5,2 milioni su Instagram), appena ventiduenne ma già attivo da quasi un decennio. Inoxtag aveva solo tredici anni quando i suoi primi cortometraggi dedicati ai videogiochi sono stati trasmessi su YouTube. Poi è arrivata la canzone (Tesoro, tesoro77 milioni di visualizzazioni) e sfide sportive.

Inoxtag ha realizzato il suo sogno. A costo di sforzi che riteneva impossibili. ©X/Inoxtag

Questa è la più pazza e difficile di quelle che racconta Il Kaizentrasmesso eccezionalmente in 500 sale cinematografiche (e praticamente esaurito) venerdì scorso, poi, sabato 14 settembre, gratuitamente su YouTube.

Il documentario si apre con una sequenza di titoli di coda che segue quasi i codici di un videogioco: un'aquila vola su foreste innevate, le stalattiti gli crollano intorno, lui le evita e finisce nell'infinito blu del cielo. Per qualche secondo, pensiamo che se tutto il film è dello stesso stampo, faremo fatica a resistere per due ore e venti minuti.

Presto, però, dimentichiamo questo piccolo intoppo iniziale per seguire a nostra volta con divertimento, stupore e a volte con tenerezza le avventure della giovane Inès in montagna. Perché prima di affrontare il tetto del mondo, Mathis Dumas, guida alpina che diventerà un vero amico, vuole mettere alla prova le capacità del giovane cagnolino pazzo. “Dente del gigante”, Cervino, Monte Bianco: Inoxtag impara. Presto. Superate le prime apprensioni, lo vediamo sempre più a suo agio aggrappato alle rocce. Per perfezionare la sua forma fisica, va in Corsica, per “fare” il GR 20, uno dei più difficili. La madre lo accompagna. Il giovane YouTuber è schietto, usa la forma familiare, insulta, ride, piange. È toccantemente sincero.

Quando ottiene il “via libera” dai medici, dopo il test di ipossia, che misura la resistenza dell’organismo alla mancanza di ossigeno, vola per la prima volta in Nepal, dove scala l’Ama Dablam. 6.812 metri. La montagna più bella del mondo, secondo alcuni. Dopo sei mesi di allenamento intensivo, periodo in cui è scomparso dai social network, atterra di nuovo a Kathmandu. Questa volta, circondato da sherpa e da un team tecnico impressionante, parte per conquistare l’Everest. Anche qui, non nasconde nulla dei suoi dubbi, delle sue paure. Insiste perché venga mostrato l’inquinamento lasciato dai turisti, sempre più numerosi. Le telecamere filmano le file infinite di ricchi scalatori (scalare l’Everest ha un prezzo…) spesso mal preparati.

Si formano infinite linee sui sentieri segnalati che conducono al tetto del mondo. ©AFP o licenziatari

Ma alla fine, ci sono queste lacrime. Di gioia, anche di stanchezza, senza dubbio. Ce l'ha fatta. Da lassù, a 8.849 metri di altitudine, manda un messaggio ai suoi follower: “Non dovreste cercare di essere i migliori, dovete cercare di essere migliori di ieri. Dovete smettere di stare dietro gli schermi e scorrere e vivere attraverso gli altri”. Di classe. “Kaizen”.

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