“L’Ue sta diventando lo zerbino degli Stati Uniti”

“L’Ue sta diventando lo zerbino degli Stati Uniti”
“L’Ue sta diventando lo zerbino degli Stati Uniti”
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I dibattiti organizzati al Parlamento europeo, poche ore dopo il giuramento del miliardario repubblicano, illustrano la dolorosa introspezione in cui è immerso il Vecchio Continente.

Getty Images tramite AFP

Come affrontare il clamoroso ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca? E le irruzioni del suo braccio destro Elon Musk negli affari europei? Martedì gli eurodeputati, riunitisi a Strasburgo, hanno mostrato le loro divisioni su questi temi scottanti.

C’è chi al Parlamento europeo si rallegra francamente per l’inaugurazione del tempestoso settantenne, avvenuta il giorno prima, a Washington. Come il rumeno Luis Lazarus, che indossa con orgoglio nell’emiciclo un maglione ornato dalla bandiera americana, anche se questo significa ricevere un richiamo all’ordine.

Quelli che, come l’eurodeputato danese Anders Vistisen, invitano invece Donald Trump ad “andare al diavolo”, criticando le minacce contro la Groenlandia, a suo dire “non in vendita”.

E le decine di altri che si susseguono alla scrivania, esortando l’Europa a mostrare un fronte unito di fronte alle ripetute provocazioni dell’inquilino della Casa Bianca, investito lunedì in clamore insieme al suo aiutante, Elon Musk.

“Completamente irresponsabile”

Questi dibattiti, organizzati al Parlamento europeo poche ore dopo il giuramento del miliardario repubblicano, illustrano la dolorosa introspezione in cui è immerso il Vecchio Continente.

Dopo le elezioni di novembre, i leader europei hanno continuato a sostenere che il ritorno di Donald Trump alla guida della principale potenza mondiale questa volta era stato ben previsto. Proprio come le sue minacce di “rubare posti di lavoro” ai paesi alleati, di colpire il continente con tasse doganali, di sospendere gli aiuti americani all’Ucraina o di chiudere la porta alla NATO.

Ma di fronte alle fragorose dichiarazioni di Donald Trump, all’inequivocabile sostegno di Elon Musk all’estrema destra tedesca, ai suoi gesti interpretati da alcuni come “saluti nazisti”, gli eletti denunciano al contrario l’atteggiamento attendista, addirittura la febbrilità di Bruxelles. “L’Unione europea sta diventando lo zerbino degli Stati Uniti, di Donald Trump e di Elon Musk”, ha affermato martedì l’eurodeputata francese Manon Aubry.

Manon Aubry, nel novembre 2024.

AFP

“Ad un certo punto, l’Unione Europea si trova ad affrontare il suo destino: sarà capace di creare le condizioni per la sua indipendenza o manterrà questo atteggiamento del tutto irresponsabile?” si chiede il copresidente del gruppo della sinistra radicale.

“L’Europa deve alzarsi, difendere i nostri valori”, aggiunge Valérie Hayer, capo dei centristi di Renew, chiedendo al continente di essere “il leader del mondo libero”. Su questi temi, però, l’Europa fatica a parlare con una sola voce. Martedì mattina, la maggioranza dei deputati ha certamente criticato l’“ingerenza” di Elon Musk in Europa.

Dopo aver inondato di milioni di dollari la campagna di Donald Trump, l’uomo più ricco del pianeta ha sostenuto la causa dell’AfD in Germania. E ha organizzato, poche settimane prima delle elezioni di febbraio, un colloquio sul suo palco con la candidata alla cancelliera del partito, Alice Weidel.

Molti funzionari eletti, di destra e di sinistra, hanno anche esercitato pressioni sulla Commissione affinché sanzionasse il social network e il suo capo per possibili violazioni della potente regolamentazione europea sulla tecnologia digitale, il Digital Services Act (DSA).

Deputati affascinati

Ma Donald Trump ed Elon Musk suscitano anche il fascino, se non l’adulazione, di alcuni eurodeputati. Una decina di loro si sono recati a Washington per partecipare ai festeggiamenti legati all’insediamento repubblicano nel freddo polare, proprio come il primo ministro italiano Giorgia Meloni.

Le richieste di maggiore fermezza da parte della Commissione nell’applicazione dei DSA – che potrebbero mettere Elon Musk a rischio di pesanti multe – sono fermamente respinte anche dall’estrema destra europea che la vede come una censura.

“Non si tratta di proteggere i consumatori europei, ma di controllare il voto degli elettori”, ha criticato l’eurodeputata di National Rally Virginie Joron.

(afp)

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