Tutte le vittorie fanno piacere. Ce ne sono, tuttavia, alcuni che sono una marcia in più rispetto agli altri e regalano emozioni. Quello di Candela Jazz nel Premio Jean Granel, Gran Croce degli Anglo-Arabi è uno di questi. Qualche settimana fa, il suo mentore Pierrick Le Geay ci ha detto “è un cavallo fantastico ma è molto complicato in bocca. Dobbiamo trovargli dei fantini che lo lascino quasi libero e in questo tipo di scenario è davvero molto bravo”. La scelta di affidarlo a James Reveley (la sua unica uscita della giornata) è stata quindi attentamente valutata. Chi meglio di questo tipo di cavaliere inglese può diventare tutt’uno con un soggetto del genere. In realtà, questa coppia non ha fatto alcuna domanda. In testa fin dall’inizio, il pilota si è reso discreto, per non dire invisibile, e lo scarabocchio tanto caro al cuore di Yan de Kersabiec, il suo allevatore (e presidente della società di corse Langon-Libourne), era magnifico nei suoi salti. Oltrepassare la panchina, quella grande poi il piccolo passaggio stradale con rara facilità, perfino insolenza. All’ultima siepe, il figlio di Balko ha ancora risorse e in piano, indossa uno strato e vince al galoppo reale. Lara Le Geay, che rappresenta suo padre, è al settimo cielo. E possiamo iniziare a sognare. Certo, non il Prix Gaston de Bataille, il prossimo grande cross di Pau, ma quello di Mont-de-Marsan che arriva poco dopo non è frutto della fantasia. Tanto più che il suo mentore, che a suo tempo formava campioni di questa disciplina, piaceva Kiki du Crossè perfettamente capace di lasciarsi tentare e di seguire così le orme di Fuoco incrociatoun altro leggendario ed eccezionale anglo-arabo, che ha fatto notizia negli anni 2010.
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