Nel 2025 il controllo energetico potrebbe diventare meno accessibile a causa di un possibile inasprimento dei criteri. Questa misura, prevista dal governo, sta già suscitando forti critiche da parte delle associazioni che difendono le famiglie precarie.
Mercoledì 15 gennaio, Amélie de Montchalin, ministro dei Conti pubblici, ha annunciato che il sistema di controllo energetico potrebbe essere ridotto nel bilancio 2025. Secondo lei, il governo vorrebbe “ridurre l’entità” di questi aiuti, dato che la crisi inflazionistica e le sue forti ripercussioni sul potere d’acquisto sono ormai alle spalle. Un annuncio che, seppur poco dettagliato, sta già allarmando le associazioni che difendono i consumatori e le famiglie precarie.
Un aiuto essenziale per le famiglie a basso reddito
L’assegno energetico, introdotto nel 2018, è destinato al 20% delle famiglie più povere. L’obiettivo è ridurre i costi energetici, sia per le bollette del riscaldamento che per i lavori di rinnovamento energetico. Nel 2024, circa 5,7 milioni di famiglie avranno beneficiato di questo aiuto automatico, per un importo compreso tra 48 e 277 euro a seconda del reddito e della composizione del nucleo familiare.
Tuttavia, questa misura può ancora essere migliorata. Nel 2024, una disfunzione amministrativa ha privato quasi un milione di famiglie di questo aiuto automatico. Per accedervi dovevano presentare un reclamo online. Nonostante questa procedura, secondo il Consiglio nazionale delle associazioni familiari laiche (Cnafal), 500.000 famiglie aventi diritto non hanno ricevuto l’assegno, perché non hanno adottato le misure necessarie.
Una protesta da parte delle associazioni
L’annuncio di un possibile inasprimento dei criteri per il 2025 ha suscitato una forte reazione da parte delle associazioni. La Fondazione Abbé Pierre e Cnafal denunciano una politica volta, secondo loro, a risparmiare denaro a scapito delle famiglie più vulnerabili. Queste organizzazioni sottolineano che, nonostante il miglioramento della situazione energetica, le bollette delle famiglie rimangono elevate e l’assegno energetico non viene aumentato dal 2019.
Per queste associazioni, ridurre il budget destinato all’assegno energetico comprometterebbe ulteriormente il potere d’acquisto delle famiglie precarie. Chiedono una revisione del sistema per renderlo più accessibile e adattato alla realtà economica attuale, piuttosto che limitarne l’ambito di applicazione.
Una questione politica e sociale importante riguarda il controllo energetico
La riforma prevista dal governo riflette un desiderio di razionalizzazione del bilancio in un contesto di maggiore controllo della spesa pubblica. Tuttavia, questa decisione potrebbe peggiorare le disuguaglianze sociali, mentre l’energia rimane una spesa vincolata per molte famiglie.
Per gli attuali beneficiari, l’assegno energetico è molto più di un semplice aiuto: costituisce un’ancora di salvezza per far fronte all’aumento dei costi energetici. Resta quindi la questione se l’esecutivo riuscirà a trovare un equilibrio tra le sue ambizioni di bilancio e il sostegno necessario alle famiglie più fragili.
Una reazione? Lascia un commento
Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter gratuita per articoli accattivanti, contenuti esclusivi e le ultime novità.