Il dramma si è consumato a margine dell’ottava edizione del raduno auto-motociclistico Parigi-Algeri-Dakar, cinque giorni fa. Il 14° giorno della competizione, un elicottero Écureuil AS 350 colpì una duna, rotolò in avanti e si disintegrò per quasi 150 metri. È scesa la notte sul deserto del Mali e, in Francia, la notizia si saprà solo la mattina dopo, cioè mercoledì 15 gennaio. E lo shock è terribile.
I cinque occupanti dell’elicottero sono morti sul colpo: il pilota francese François-Xavier Bagnoud, l’organizzatore del raduno Thierry Sabine, il cantante Daniel Balavoine, la giornalista della JDD Nathaly Odent e il tecnico radiofonico della RTL Jean – Paul Le Fur.
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Balavoine, 33 anni, lascia dietro di sé un ricco repertorio, e per un’intera generazione un grande sentimento di amarezza e di ingiustizia
Il JDD dedica due pagine alla tragedia. In prima pagina, una foto di Raymond Delalande mostra centinaia, migliaia di uomini, donne, bambini, giovani e anziani, che sfilano davanti alle pompe funebri di Nanterre davanti alla salma di Daniel Balavoine. Alcuni si sono fatti il segno della croce, altri sono scoppiati in lacrime. Tutte persone anonime con il cuore spezzato. Balavoine, 33 anni, che ha preso parte al rally – non per gareggiare ma per supervisionare l’operazione umanitaria “Paris-Dakar, Pari du Cœur” – lascia dietro di sé un ricco repertorio e un’intera generazione un grande sentimento di amarezza e ingiustizia . Rimane ancora oggi, a quasi quarant’anni dall’incidente, uno degli artisti francofoni più apprezzati. Le sue canzoni, le sue battaglie sono ancorate ai ricordi.
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“La nostra Nathaly”. Questo è il titolo che attraversa tutta l’ultima pagina del JDD. Patrick Poivre d’Arvor rievoca i suoi ricordi con questo giovane giornalista, detto il “chip”che portava la risata negli occhi. Nathaly sognava sabbia, sole, deserto, avventura. Aveva lottato per partecipare alla manifestazione, dall’interno. “Amava tutti i rischi”aggiunge PPDA.
Diverse foto la mostrano “in azione” con Michel Platini o Yannick Noah. Jean-Pierre Mengual l’ha assunta presso JDD nel 1982. “Quando ha attaccato una stellascrive Mengual, era per cucinarla, per sezionarla, per farle confessare i suoi pensieri più segreti. Nella ricerca di informazioni, ancor più che un furetto, era una vera formica. Ha raccolto, ha raccolto. Poi si trasformò in una cicala della scrittura, e nei suoi versi cantò il suo sole di Cannes. »
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Senza dimenticare Thierry Sabine, quello che abbiamo soprannominato il «Dio». I suoi funerali si sono svolti ieri, sabato, nella chiesa di Épernon, nell’Eure-et-Loir. Il corpo del creatore della Parigi-Dakar è stato poi riportato a Parigi per essere cremato. Secondo il suo desiderio, le sue ceneri saranno disperse nel deserto del Ténéré. Nathaly, Daniel e Thierry, per sempre le nostre preghiere.