I fratelli Menendez, famosi negli Stati Uniti per aver ucciso i loro ricchi genitori nel 1989, dovranno aspettare: l’udienza fissata per esaminare la loro richiesta di liberazione è stata rinviata al 20 e 21 marzo, ha annunciato venerdì la procura di Los Angeles.
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“Questo rinvio è dovuto all’impatto dei recenti incendi sui preparativi delle parti coinvolte” nel caso, ha spiegato Nathan Hochman in un comunicato stampa.
Foto Getty Images/AFP
Ancora in corso attorno alla megalopoli americana, questi incendi hanno ucciso almeno 27 persone e provocato lo sfollamento di decine di migliaia di persone.
Erik e Lyle Menendez, attualmente in carcere a vita, avrebbero dovuto comparire davanti a un giudice il 30 e 31 gennaio.
I due fratelli hanno fatto notizia uccidendo i loro genitori, José e Mary Louise Menendez, nella loro elegante casa di famiglia a Beverly Hills.
Il loro processo, uno dei primi trasmessi in televisione, prima ancora di quello al giocatore di football americano OJ Simpson, è rimasto impresso nella memoria collettiva americana.
I pubblici ministeri avevano accusato i due giovani, che all’epoca dei fatti avevano 18 e 21 anni, di aver ucciso i loro genitori per ereditare la loro fortuna di 14 milioni di dollari.
I fratelli presentarono questi omicidi come un disperato tentativo di legittima difesa, sostenendo di essere stati violentati per anni dal padre.
La serie di fantascienza Mostri: la storia di Lyle ed Erik Menendez e un documentario prodotto da Netflix hanno recentemente ravvivato l’interesse su questo caso, in un mondo in cui il movimento #MeToo ha cambiato la percezione delle vittime di violenza sessuale.
Foto fornita da Netflix
Il caso sta suscitando un vero e proprio delirio: la mobilitazione online a favore dei due fratelli è sostenuta da celebrità come Kim Kardashian. Negli ultimi mesi del 2023 la casa dove è avvenuto l’omicidio è stata attaccata da curiosi venuti a scattare foto davanti alla facciata.
Erik e Lyle, che ora hanno 53 e 56 anni, hanno trascorso più di trent’anni dietro le sbarre.
I loro avvocati ne chiedono il rilascio alla luce di nuovi elementi che renderebbero nulla la loro condanna per omicidio: una lettera risalente a quando Erik racconta delle violenze sessuali subite dal padre a un cugino prima dell’omicidio, nonché la testimonianza di un ex cantante di una boy band latina, che afferma di essere stato drogato e violentato da José Menendez negli anni ’80.