“Dalle nostre ferite un regno”, romanzo breve e luminoso di Gaëlle Josse, racconta la storia di un amorevole pellegrinaggio attraverso l’Europa. Andando contro le tendenze attuali, l’eroina sceglie l’autobus e un percorso a zigzag, prima di raggiungere la sua destinazione finale.
Sette giorni, 1000 chilometri tra Nizza e Zagabria, questo è il viaggio immaginato da Agnès. Incapace di superare la morte del suo compagno, la ballerina decide di rendergli l’ultimo omaggio viaggiando per l’Europa.
Un luogo all’origine del libro
Ogni storia ha una genesi e quella recentemente architettata da Gaëlle Josse nasce da un luogo particolare: il Museo delle Relazioni Interrotte di Zagabria.
Affascinata da questo luogo improbabile dove tutti possono venire e lasciare un oggetto, una lettera, l’autrice dice di essere rimasta molto toccata da queste testimonianze. «Mi sono chiesta cosa avrei messo in questo museo di relazioni interrotte», spiega nel podcast letterario QWERTZ del 15 gennaio. «Ho subito pensato a un libro che avesse un significato, un valore. La storia è iniziata così”.
È così che Agnès, eroina e narratrice del romanzo “Dalle nostre ferite un regno”, si ritrova ad attraversare l’Europa in autobus con nella borsa il libro preferito di Guillaume, il suo defunto sposo.
Un vero libro falso
Giardiniere esperto, Guillaume era appassionato di un lavoro particolare. “Un certo Eden, lettere a mia figlia” è l’unico romanzo scritto da un certo Julien Lancelle. Poco predisposto alla scrittura, questo commerciante di vini ci si è avvicinato tardi, grazie ad Emma, la sua figlia “diversa”.
Tutti cerchiamo una consolazione, una primavera, un motivo per alzarci, un incontro futuro, uno stupore, una dolcezza, un palpito più forte.
Gravemente disabile dalla nascita, la giovane si sente a suo agio solo all’aria aperta. Per coltivare questa gioia, suo padre lasciò il lavoro e fece giardinaggio con lei, portandola alla scoperta di altri giardini. Fu durante questi viaggi che cominciò a scrivere lettere che sua figlia non avrebbe mai letto.
Due storie d’amore ruotano in parallelo nel libro “Dalle nostre ferite un regno”: quella di Agnès e Guillaume e quella di Julien e sua figlia. Ciò che hanno in comune è essere forti, potenti e tragici allo stesso tempo.
Il potere dell’arte
Durante il viaggio in autobus, Agnès ricorda il passato, rilegge brani del libro sul comodino della persona amata, mentre attraversa i meravigliosi paesaggi marini.
Quanto alle città tappa, per la maggior parte italiane, favoriscono una certa meditazione culturale. Agnès ritrova i quadri e le sculture che aveva visto con il suo compagno nei viaggi precedenti.
“Non contenta di ampliare le nostre vite, l’arte aumenta le nostre percezioni, le nostre emozioni, i nostri sentimenti, spiega Gaëlle Josse. Quando ammiriamo un’opera, c’è sempre una contemplazione estetica e una risonanza personale. Questa è la magia dell’arte.
Una volta terminato “Dalle nostre ferite un regno”, ricordiamo che la forza di Gaëlle Josse risiede nella semplicità e nella poesia della sua scrittura abbinata a personaggi ai quali ci sentiamo ogni volta molto vicini. Qualcosa da aspettarsi al prossimo incontro.
Sarah Clement/sf
Gaëlle Josse, “Dalle nostre ferite a un regno”, ed. Buchet-Chastel, gennaio 2025
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