In una docu-fiction molto illuminata, Arnaud Desplechin rende un toccante omaggio alla settima arte concentrandosi non su chi realizza i Film, ma su chi li guarda. Spettatori!presentato nella selezione ufficiale in una proiezione speciale al Festival di Cannes 2024, esce nelle sale mercoledì 15 gennaio.
Questo film tributo, come un saggio cinematografico, è costruito in una forma ibrida, tra finzione e documentario. Il regista mette in scena il suo personaggio preferito Paul Dédalus come una copia di se stesso, che ritroviamo in diversi periodi della sua vita, interpretato successivamente da Louis Birman, Milo Machado-Graner (Anatomia di una caduta), Sam Chemoul e infine Salif Cissé.
Queste scene di fantasia dal forte contenuto autobiografico si alternano a un assemblaggio di vari elementi – interviste, archivi, estratti di film – che alimentano una libera riflessione sulla 7a arte, in un approccio storico, tecnico, analitico, ma anche sensibile, quasi carnale. Una voce fuori campo, come un sussurro, e dei capitoli scandiscono la narrazione, che si concentra essenzialmente sull’esperienza del cinema come spettatore.
Dove ci piace sederci nella stanza buia? Quante volte andiamo a vedere i film ancora e ancora? Abbiamo paura? Stiamo piangendo? Qual è il nostro film preferito? A queste domande molto semplici se ne aggiungono altre più tecniche e filosofiche, come quella, posta con Stanley Cavell, di sapere cosa succede alla realtà quando viene proiettata.
In questa variazione ripercorriamo la storia del cinema, con la proiezione di estratti di ogni genere, dai fratelli Lumière a Fantomas, passando per Alien, Truffaut, Bergman o King Kong, un inventario casuale e gioioso dell’immensa ricchezza e diversità del cinema la 7a arte.
“Inventato per i meno privilegiati, per i bambini, per chi non sa leggere”il cinema è anche uno strumento politico. “I film non hanno mai smesso di accogliere i vinti”dice Arnaud Desplechin nella voce fuori campo, evocando Griffiths, e “questa colpa” che non si ferma mai “ritrovo”: “il volto indiano ignorato”. “Possiamo davvero filmare solo quello che riconosciamo”aggiunge il regista, come ha fatto Richard Ford I Cheyenne : “riprendere nella luce un popolo parcheggiato nell’ombra”.
Viene riportata una lunga sequenza Shoah di Claude Lanzmann e lo shock provato da Arnaud Desplechin quando vide questo film, proiettato per la prima volta in due giorni a Parigi nel 1985.La mia vita è cambiata radicalmente in nove ore di proiezione,” confida il regista, affascinato dal potere del cinema. “Ho fatto il punto sul mondo che avevo ereditato.”
Con questo film venato di malinconia, in cui noi stessi, gli spettatori, siamo al centro, Arnaud Desplechin rende un commovente omaggio a quest’arte che “aiuta a vivere”che noi “mette davanti a ciò che è importante”Chi “ci permette di rivendicare il mondo”. Una bella dichiarazione d’amore che, anche se a volte può sembrare un po’ colta e loquace perché così focosa, suscita una voglia furiosa di precipitarsi nelle sale per scoprire e riscoprire i tesori del cinema.
Genere: Drammatico, Documentario
Direttore: Arnaud Desplechin
Attori: Mathieu Amalric, Dominique Païni, Clément Hervieu-Léger
Paga: Francia
Durata: 1H28
Sortita: 15 gennaio 2025
Distributore: Film di Losange
Sinossi : Cosa c’è al cinema? Perché ci andiamo da più di cento anni? Volevo celebrare il cinema, la sua magia. Inoltre, ho seguito il percorso del giovane Paul Dédalus, come il romanzo di formazione di uno spettatore. Abbiamo mescolato ricordi, finzioni, indagini… Un torrente di immagini che ci trasporta.