l’essenziale
Ritorna ai comandi di Bigdil, un gioco cult degli anni ’90 trasmesso su RMC Story. Ed è stato un successo: 1,8 milioni di telespettatori hanno assistito, proiettando il canale a un livello di ascolto storico. Ma il presentatore 65enne ha un modesto trionfo e guarda con nostalgia ai tempi passati.
La Dépêche: hai esitato a tornare con il Bigdil, vent’anni dopo?
Vincent Lagaf’: Ho rifiutato anche tre volte prima di dire sì alla quarta! Volevo che questo ritorno avvenisse nel modo in cui lo volevo. Quando abbiamo concordato, ci ho provato. E con mia grande sorpresa, nonostante il nervosismo durante la prima registrazione, tutti i miei automatismi sono subito tornati. Ero nervoso, ma ho bisogno della mia dose di adrenalina. Ho ancora girato 1.395 numeri di Bigdil in sette anni negli anni ’90! Per questo ritorno sono state registrate trenta trasmissioni in circa due settimane. Quindi la mia missione è completa. Sono tornato dove mi sento meglio, a casa, nel Var. Non ho alcun piacere a stare a Parigi: non mi piace il tempo, gli odori, niente!
In che stato d’animo eri prima che arrivassero i primi risultati di audience?
Non sapevo cosa aspettarmi, ma il giorno prima della prima trasmissione dissi che se avessimo avuto un milione di telespettatori saremmo stati in cima al mondo! Francamente non mi aspettavo numeri così alti. Questo primo numero ha infatti riunito davanti alla televisione 1,8 milioni di persone, il miglior risultato dalla creazione di TNT nel 2005, e ha registrato 2,847 milioni di visualizzazioni per le sue due trasmissioni e la replica. Ho sessantacinque anni, la mia carriera è alle spalle. Ma trovo che questo successo chiuda bene il cerchio. Se avessi fallito, avrei appeso subito i guanti al chiodo. Sicuramente non voglio far ubriacare la gente. Oggi (a poche ore dalla messa in onda del secondo numero, ndr) sono ancora più nervoso della settimana scorsa: se i numeri sono ancora buoni andrà tutto bene, ma forse va bene “crollo, non lo facciamo” Non lo so…** Allo stesso tempo, nella vita, è quando è rischioso che mi piace! Non per niente mi piacciono le corse automobilistiche, lo sci d’acqua, il kite, il buggy o le prove!
La novità del 2025 sono i social network su cui le persone esprimono le loro opinioni in diretta. Presti attenzione a ciò che si dice di te lì?
No, mi interessano solo le statistiche, non i commenti. Non li leggo. Perché so che di cento bei messaggi ricorderemo solo “il” messaggio terribile. Lascio i vigilanti di Internet alle loro patetiche vite.
Cosa sai del tuo pubblico di Bigdil versione 2025?
Per molti si tratta di persone che già guardavano negli anni ’90. Alcuni portano i propri figli in modo che possano vedere cosa piaceva ai loro genitori in quel momento. Ho nuovi piccoli spettatori dai 7 agli 11 anni! Con i miei quarantacinque anni di carriera ho la possibilità di toccare quattro generazioni.
Cos’è che piace così tanto agli spettatori?
Bigdil era la ricreazione dei genitori. Non c’è aggressività, né violenza, né indignazione. Mi è familiare, certo, ma niente di più. Cerco di far dire alle persone: “Metti Lagaf’on, ci facciamo una risata senza sentirci a disagio”. Prendiamo sempre in giro qualcosa o qualcuno quando facciamo ridere la gente. Ma c’è un modo per farlo. Per questo mi sono piaciuti Les Inconnus, le Bébête Show o Le Petit Rapporteur. Oggi, un ragazzo che non riesce a mettere insieme tre parole in francese può andare in TV. Prima ci voleva un po’ di talento per arrivarci.
In vent’anni la società si è evoluta. Come consideri questi cambiamenti?
Tendo a pensare che in parte sì, era meglio prima, come si suol dire. Ma lo diceva anche mio padre, e prima di lui mio nonno. E lo dico a mio figlio oggi. Mi piaceva guidare veloce, poter dire quello che avevo da dire senza ferire nessuno. Vent’anni fa non avevo difficoltà a dire “Buongiorno signore” senza rischiare di sentirmi dire “cosa ti fa dire che sono un uomo?” “. Potevo dire a una donna con una bella scollatura che avevo difficoltà a guardarla negli occhi senza sembrare un aggressore. Molte donne, compresa la mia, apprezzano essere guardate per strada! L’altro giorno ho tenuto la porta per una signora che mi ha detto: “Pensi che non possa tenerla da sola?” “. Non possiamo nemmeno più essere galanti. L’epoca è ancora un po’ complicata. Negli anni 90 eravamo più liberi, comunque avevamo meno vincoli. I rapporti erano più semplici, più naturali.
Ogni venerdì alle 21:10 su RMC Story e disponibile dalle 6:00 su RMC BFM Play. Da leggere, la sua autobiografia: “Il mio nome era Franck”, XO éditions, € 21,90, 2.023.