Pubblicato il 10 gennaio 2025 alle 14:15 / Modificato il 10 gennaio 2025 alle 18:24
3 minuti. lettura
È un D’Artagnan dagli occhi tristi integrato in tre sgargianti moschettieri. È un corvo adottato da un trio di usignoli. Fu Ringo Starr, il batterista dei Beatles, l’ultimo ad unirsi al gruppo che rivoluzionò la musica e la società. Dotato di una voce anonima e di una gamma più bassa, lascia le armonie soavi a John, Paul e George, garantendo comunque la Guida voce in due brani cult, Sottomarino Giallo et Con un piccolo aiuto dai miei amici che ancora oggi solleva le sale quando le canta. Come batterista, conosce i suoi limiti tecnici. Ma il suo colpo vigoroso, elastico e rotondo dà una spinta mirabile alle canzoni dei Beatles. Per loro compose solo tre titoli, tra cui una meravigliosa filastrocca: Il giardino del polpo.
Ringo è un bravo ragazzo e modesto. Quando l’ego ipertrofico dei suoi tre compagni provoca litigi, lui mantiene la sua flemma britannica, lascia passare la tempesta, allenta le tensioni. Dopo lo scioglimento dei Fab Four, rimase in contatto con i suoi compagni epici. Lui continua a giocare Cinturino Ono in plastica di John Lennon e Tutte le cose devono passare di George Harrison.
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