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Parigi. Filarmonica. Grande Sala Pierre Boulez. 11-I-2025. Gustav Mahler (1860-1911): Sinfonia n. 3 in re minore (1902); Josè Antonio Abreu (1939-2018): Solo tu dai vita al grano; Pistola leggera. Marianne Crebassa, mezzosoprano. Coro dell’Orchestra di Parigi, Coro giovanile e infantile dell’Orchestra di Parigi, Orchestra Sinfonica Simón Bolívar, direzione: Gustavo Dudamel
Come molti altri direttori d’orchestra, Gustavo Dudamel sembra ossessionato dal corpus sinfonico mahleriano che esegue regolarmente sul palco e su disco alla testa di diverse orchestre. HA la Philharmonie de Paris lo è IL Sinfonia n. 3 che ha gli onori del palco, diretto dalla sua Orchestra Sinfonica Simón Bolívar, preceduto da due brevi brani corali di Josè Antonio Abreu in un vibrante omaggio reso al fondatore di El Sistema da cui provengono direttore e musicisti.
Per introdurre questo inno cosmico che è il Sinfonia n. 3 di Gustav Mahler, Gustavo Dudamel e il Coro dell’Orchestre de Paris eseguono due brevi brani corali ispirati alla Natura, composti da Josè Antonio Abreu, fondatore del programma educativo musicale venezuelano “El Sistema” di cui quest’anno si celebra il 50° anniversarioe anniversario della creazione nel 1975: El Sistema offre “un metodo alternativo di apprendimento della musica che consenta anche l’integrazione sociale dei giovani svantaggiati”, un sistema ripreso oggi da numerose associazioni in diversi paesi del mondo.
Ammiriamo la luminosa chiarezza e la grazia della polifonia di questi due brani per coro femminile e infantile. La prima, pastorale, avvolta nella poesia” Sole che dà vita al grano » (Sole che dà vita al grano) su una poesia di Manuel Felipe Rugeles, e il secondo, « Luce, tú » (Tu, la Luce), più spiritualizzato e verticale su una poesia di Juan Ramon Jimenez.
Già registrato su disco con i Berliner Philharmoniker nel 2021 (DG), e “dal vivo” su questo stesso palco della Philharmonie de Paris con la LA Philharmonic nel 2016, il Sinfonia n. 3 (1902), il più lungo corpus sinfonico di Gustav Mahler, si inserisce in modo del tutto naturale in questo programma altamente spiritualizzato concepito come un inno alla Natura e alla Creazione. L’opera è straordinariamente ben eseguita, portata dall’inizio alla fine da un’interpretazione giusta nel tono, abbagliante nel virtuosismo, contrastante, animata da una costante preoccupazione per l’architettura, portata da un respiro epico capace di dare sostanza a questa progressione iniziatica. dagli accenti quasi espressionisti, caotici e dirompenti del primo movimento alla serenità piena di fervore dell’adagio finale che non è privo di annunciare quello del Nono…
Per l’ampiezza del suo scopo e l’altezza della sua ispirazione, il Sinfonia n. 3 è un’opera gigantesca e mostruosa in cui Mahler ci offre più che un mondo ma un universo, addirittura una nuova cosmogonia! Completamente ispirato dalla Natura, dalla Natura consolante, carico d’amore, risponde a un disegno complessivo, che è senza dubbio il più ambizioso mai concepito da un sinfonista: partendo dalla materia, dalle rocce, Mahler vede già un’epopea immensa che si inerpica una ad una le diverse fasi della Creazione per giungere all’Uomo prima di elevarsi all’Amore universale concepito come suprema trascendenza. Si compone di sei movimenti: “Pan si risveglia, arriva l’estate, ciò che mi piacciono le rocce”; “Quali fiori di prato mi piacciono”; “Ciò che mi piacciono gli animali della foresta”; “Ciò che mi dice la Notte (l’Uomo)”; “Che mi piacciono le campane del mattino (Angeli); “Ciò che mi dice l’Amore”.
Il primo movimento, Forteevoca i miti omerici e orfici della Creazione del Mondo, descrivendo il risveglio e la fecondazione della materia da parte dello spirito creativo. (Eros che dà forma al Caos). Demiurgo di una serata, dopo un inizio carico di anticipazione, Gustavo Dudamel riunisce le masse orchestrali in un vortice sapientemente organizzato (chiarezza dell’impianto, disposizione dei piani sonori, controcanti) fatto di un’alternanza di episodi concitati (ottoni , contrabbasso e percussioni) e passaggi più lirici (piccola armonia e archi) punteggiati da superbe esecuzioni solistiche (trombone solista straziante, duetto con il corno inglese) su una dinamica tesa costantemente riproposta. I seguenti tre movimenti: Tempo di Menuetto la spensieratezza, la lirica e la danza danno il posto d’onore all’oboe, agli archi e all’arpa; segue il Comodo Scherzando un po’ scricchiolante, preoccupato e misterioso, tratto dal Wunderhorn (« Ablosang im estate “) riempito dai suoni della foresta con il suo famoso assolo di corno del postiglione eseguito da dietro le quinte; poi, come emergendo dal mormorio dei violoncelli, il canto Oh Mensch! per voce contralto tratto da “ Zarathustra » di Nietzsche, un momento di meditazione dove l’uomo si libera dai suoi dubbi per trovare la via della verità: “ O uomo, presta attenzione… tutta la gioia aspira all’eternità » superbamente cantata da Marianne Crebassa, che seduce allo stesso tempo con la bellezza del tono, la potenza e la profondità dell’intonazione; prima del quinto movimento, Divertente al ritmogioioso, pieno di freschezza e impertinenza segna l’adesione alle forme più elevate dell’esistenza con l’apparizione del coro di donne e bambini sulla poesia “ Canzone per bambini poveri » tratto da Wunderhorn che afferma l’esultanza degli angeli all’annuncio della remissione dei peccati prefigurando il “ Vita celeste » del Quarta Sinfonia. Tutta la meditazione (archi sontuosi)Adagio il finale, molto spiritualizzato, carico di un fervore intenso che ti lascia sull’orlo delle lacrime, porta una conclusione grandiosa e ottimistica a questa memorabile interpretazione, accolta da una lunghissima standing ovation del pubblico. Un ottimo modo per celebrare il decimo anniversario della Philharmonie de Paris, inaugurata il 14 gennaio 2015!
Credito fotografico: © Danny Clinch/LA Phil
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