“Giulio Cesare”, Shakespeare in America
Quando creò “Julius Caesar” a Boston nel 2008, poche settimane prima delle elezioni presidenziali americane, Arthur Nauzyciel creò una delle sue produzioni più importanti. Sedici anni dopo, il regista riattiva il suo lavoro immerso nell’atmosfera vellutata degli anni Sessanta degli anni di Kennedy, con l’aiuto di un trio jazz. I tempi si scontrano e, questa volta, l’intrigo shakespeariano si scontra con la rielezione di Donald Trump, trovando nella congiura di Bruto contro Cesare uno specchio rivolto al crescente populismo.
Julius Caesar di William Shakespeare, regia di Arthur Nauzyciel, dal 9 al 17 gennaio al TNB (Rennes) poi in tournée a Villeurbanne e Sceaux
“Birgit Kabarett”, una festa per ridere dei potenti
Bruno Retailleau o Marine Le Pen, Vincent Bolloré o Bernard Arnault: sul palco, i nomi che compongono la vita politica francese sfilano con la stessa rapidità con cui cambiano i governi. Ma, per una volta, questi tristi padri fanno ridere invece che piangere. C’è da dire che le ragazze del Birgit Ensemble li hanno ritratti con mordente irresistibile. In questo cabaret, le creatrici Jade Herbulot e Julie Bertin catturano l’attualità e ne fanno una festa, trasformando la disperazione che si annida in uno scoppio di risate collettive.
Birgit Kabarett New opus, dall’8 al 19 gennaio 2025 al TGP (Saint-Denis)
“Grande paura e miseria del IIIe Reich», l’emergenza di Brecht
Non solo il teatro di Brecht si rivela oggi con rinnovata attualità, ma la messa in scena fredda ed eterea di Julie Duclos gli conferisce tutta la sua grinta. In “Grande paura e miseria di IIIe Reich”, l’autore tedesco descrisse, quadro dopo quadro, la perniciosa ascesa del fascismo nell’animo umano. Fuggì quindi dal regime nazista che bruciò i suoi libri. Portato da attori intensi, questo testo ritorna a noi all’Odéon con una certa urgenza, in un momento in cui i discorsi fascisti tornano ai quattro angoli del mondo.
“Grande paura e miseria del IIIe Reich” di Bertolt Brecht, diretto da Julie Duclos, dall’11 gennaio al 7 febbraio all’Odéon (Parigi) poi in tournée a Villeurbanne e Lille
“Piste…”, road trip commemorativo in Namibia
Nel deserto del Namib “solo il minerale ricorda” le decine di migliaia di morti dei popoli Herero e Nama. Fu il primo genocidio del XX secoloe secolo, e fu perpetrato da una Germania in piena espansione coloniale. In questo viaggio autobiografico, per il quale firma la sua prima produzione, Penda Diouf, oggi un’importante scrittrice del teatro francofono, attraversa la Namibia ascoltando i suoi fantasmi. E scopre lezioni per il presente nei difetti del passato.
“Pistes…” di Penda Diouf, creazione al Théâtre du Nord (Lille) dal 22 al 25 gennaio, poi in tournée a Evry, Digione, Parigi e Poitiers.
“L’estetica della resistenza”, da Piaf a Kafka
Originariamente un romanzo di Peter Weiss, un tuffo nella storia dell’Europa dal 1937 al 1945. L’autore articola una riflessione profonda e affascinante sull’utilità dell’arte nell’emancipazione dei popoli. Sono presenti Piaf, Baker e Dietrich, così come le opere di Brueghel, Picasso e Kafka. Diretta da giovani attori della scuola TNS, la messa in scena di Sylvain Creuzevault colpisce per la sua ampiezza e respiro, e ci fa riconsiderare il significato della creazione artistica laddove tendiamo a dimenticarlo.
L’estetica della resistenza di Peter Weiss, sotto la regia di Sylvain Creuzevault, dal 10 al 12 gennaio al TnBA (Bordeaux) poi in tournée a Brive
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