Il colore al centro della mostra di Marine Duboscq a Uzès

Il colore al centro della mostra di Marine Duboscq a Uzès
Il colore al centro della mostra di Marine Duboscq a Uzès
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Immergersi nella “luce cromatica”, questo offre la nuova mostra dell’artista Marine Duboscqche vive a Saint-Quentin-la-Poterie dove ha installato il suo laboratorio.

Marine Duboscq, l’amore per la pittura

Alla Facoltà di Lettere di Parigi, Marine Duboscq si dedica alla pittura. È stata incoraggiata dal professore di disegno Olivier Di Pizio per il quale ha accettato il concorso Belle arti dove viene ammessa direttamente al terzo anno.

“Amavo dipingere in atelier grandi e gelidiricorda, sorridendo. Sono passato molto presto al lavoro astratto, lavorando sul colore e sull’estensione del colore sulla tela, quadri di grandi dimensioni, come una finestra sul mondo.”continua.

L’artista con sede a Uzège si riferisce al Movimento di pittura sul campo di colore(movimento nato a New York negli anni Quaranta e Cinquanta, e sviluppatosi negli Stati Uniti e in Canada), caratterizzato da grandi tele dipinte a terra, dove dominano zone piatte di colore, citando Brice Marden e Mark Rothko, ma anche Édouard Manet.

Si riferisce anche al pittura all-over che consiste nel distribuire gli elementi pittorici su tutta la superficie del dipinto che sembra così estendersi oltre i bordi.

Ciò che mi interessa è far vibrare i colori, la vibrazione ha la precedenza sul tocco colorato, lei scivola. La pittura è un po’ come la meditazione, l’introspezione”.

Collegare pittura e danza

Marine Duboscq, un’artista che ha più di una sola freccia al suo arco. “Sono venuto al ballodice. Mi sono anche formata in danzaterapia. Mentre dipingevo sul pavimento, danzavo intorno ai quadri senza saperlo. La danza è una qualità della presenza, uno stato dell’essere.”.

E per continuare: “La danza si dà alla vista e già non c’è più… una fugacità che è l’opposto della permanenza del quadro“.

Un artista che dipinge ad olio, per la sua qualità e finezza dei colori, prima su tela e oggi su telone. Cerca la risposta della tela, che permetta tensione nonostante l’assenza di cornice e il suo grado di assorbimento del colore. Come nasce la sua ispirazione? Lei risponde:

Se chiudo gli occhi, quale luce resta di fronte ad un paesaggio o all’oceano? Questo è il principio delle ninfee di Monet.”.

E c’è qualcosa la scuola impressionista nei dipinti di Marine Duboscq: la trasparenza, la rappresentazione della luce. “Mi riferisco anche alla linea dell’orizzonte e al senso di lettura da sinistra a destra, stendendo con un pennello tutto il materiale da un’estremità all’altra“, conclude.

Per scoprire la sua mostra “Chromatic Light”, le sue opere sono visibili presso la boutique-galleria Véronique Nocquet, 30 boulevard Charles-Gide a Uzès, fino al 15 marzo. Informazioni: marineduboscq.fr

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