Isabelle Carré e François Damiens in una commedia romantica piena di finezza

Isabelle Carré e François Damiens in una commedia romantica piena di finezza
Isabelle Carré e François Damiens in una commedia romantica piena di finezza
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Una sorprendente sorpresa di cui né il poster né la sinossi la figlia di un grande amore non suggerire. Ci aspettiamo di scoprire una commedia romantica leggera, con i suoi piccoli colpi di scena e la sua risoluzione lieto fine. Questo significa fraintendere la precisione narrativa di Agnès de Sacy. Ha lavorato come sceneggiatrice in diverse decine di film e collabora stabilmente con Valeria Bruni Tedeschi.

L’anno scorso è uscito Sottovento delle Marchesida lei scritto, con François Damiens nel ruolo principale. Questa volta in veste di regista, ha invitato il belga a condividere lo schermo con Isabelle Carré per il suo primo lungometraggio. La storia di due ex che si ritrovano in un film studentesco insieme alla figlia in un angolo sublime della Catalogna.

Come altri cineasti francesi, Agnès de Sacy si inserisce nel desiderio dichiarato di decentrare lo sguardo verso le regioni, girando qui, nel dipartimento della sua infanzia. E filmare Parigi al minimo indispensabile. I primi minuti sono sicuramente ambientati nella capitale, ma il regista sceglie di confinare i personaggi in un’inquadratura serrata. Queste immagini urbane lasciano rapidamente il posto a spazi più aperti e naturali. La scala delle inquadrature diventa improvvisamente più ampia, con i protagonisti che passeggiano tra i vigneti catalani o entrano in una casa borghese, epicentro di questa storia di ricongiungimento. Tutto questo senza nulla togliere all’intimità dei dialoghi e all’accuratezza delle interpretazioni.

Attori fantastici

La performance delicata e persino cauta degli attori dà tutta la sua emozione al film. Con la raggiante Isabelle Carré da una parte, libera di muoversi e sconvolta dalle cose non dette dell’ex marito. Quanto a François Damiens, negli ultimi progetti si è spostato verso il registro drammatico e sta gradualmente cancellando le sue espressioni comiche e le sue svolte facciali.

Più misurato nei gesti e più sottile nelle espressioni, l’attore rivela una bravura ammirevole, offrendo una lettura molto intelligente del suo personaggio. Oppure un uomo bloccato nel suo lavoro, omosessuale, padre sensibile alla musica classica, alla letteratura e alla cultura, anche se questa lo isola dal mondo e dalla famiglia.

Come gli interpreti, Agnès de Sacy agisce con modestia nella sua messa in scena quasi naturalistica. Dopo una sequenza di mise en abyme dell’immagine cinematografica, un po’ travolgente, si passa a effetti più semplici di campi e controcampi, efficaci in questo insieme molto dialogico. Questa moderazione non sorprende quando sappiamo che questa storia è sua.

Ma solo perché l’argomento è profondamente intimo non significa che la portata di questa funzionalità non sia più ampia. Come Yasujirō Ozu, e questo è tutto dire, il regista si sforza di sviscerare i legami che uniscono una coppia. E la piega degli eventi suggerisce che i piccoli segreti in famiglia fanno parte di un amore più grande.

La figlia di un grande amoredi Agnès de Sacy, Francia, 1 h 34, uscito nelle sale l’8 gennaio 2025.

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