Pubblicato il 6 gennaio 2025 alle 11:21. / Modificato il 6 gennaio 2025 alle 11:23.
3 minuti lettura
Nell’uso attuale delle nostre società, legato a tutta una serie di cose di cui non necessariamente comprendiamo il metabolismo, il termine “algoritmo” è quasi diventato sinonimo di un’entità malvagia e intrusiva che ne rilascia una quantità incredibile nei feed dei nostri social network. quantità di pubblicità che dovrebbero corrispondere ai nostri gusti, alla nostra natura o alla nostra età – “Come perdere il grasso della pancia dopo i 50 anni? Clicca qui!”
Etimologicamente, però, un algoritmo (il termine ci viene dall’arabo, come “alcol” o “algebra”) è allo stesso tempo più e meno di questo. Ricorderemo la definizione data in Francia dalla CNIL (Commissione nazionale per l’informatica e le libertà): “Un algoritmo è la descrizione di una serie di passaggi che permettono di ottenere un risultato a partire da elementi forniti in input. Ad esempio, una ricetta di cucina è un algoritmo per ottenere un piatto dai suoi ingredienti!” Per dirla in altro modo: non appena c’è una regola, ci sono gli algoritmi.
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