Lontana dalla famiglia – parola che scrive spesso, un buffo lapsus, senza la “m” – è lì che Blandine Rinkel si rifugia come meglio può. Lungi da questa colpa, dunque, che risucchia, crepa, addirittura schiaccia.
La scrittrice prende come prova tutti questi testi di Maggie Nelson, Nastassja Martin, Édouard Louis, tra gli altri autori esperti di salti nel vuoto, che lei qui commenta da fine studiosa e che sono come viatici per una vita senza reti – o almeno senza troppe catene.
Rinkel poi ricorda, lei che è anche musicista, i suoi tour folli e le sue serate techno, caldeggia i bagni di mare d’inverno, erige la sorpresa, la tangente, gli equilibri precari, come baluardi contro il soffocamento della casa – quella in cui lei cresciuto non sembrava tutto roseo.
A volte, l’opposizione che essa traccia tra famiglia e libertà può sembrare schematica: non esistono anche modi liberi e non normativi di creare una famiglia? – ma il tono del libro, questo “tutto anziché essere incrostato”, prevale, nascondendo tante virtù tonificanti.
Ed. Stock, 20€. Rilasciato il 15 gennaio.