Caso Polanski: l’attrice britannica Charlotte Lewis ha perso in appello la causa per diffamazione intentata contro il regista, “una decisione molto discutibile”

Caso Polanski: l’attrice britannica Charlotte Lewis ha perso in appello la causa per diffamazione intentata contro il regista, “una decisione molto discutibile”
Caso Polanski: l’attrice britannica Charlotte Lewis ha perso in appello la causa per diffamazione intentata contro il regista, “una decisione molto discutibile”
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Mentre lei lo accusava di stupro, il regista ha definito l’attrice una “bugiarda”.

Mercoledì l’attrice britannica Charlotte Lewis ha perso il suo appello la causa per diffamazione che ha intentato contro il regista Roman Polanski per averla chiamata bugiarda quando lo ha accusato di stupro.

La Corte d’Appello di Parigi “confermato il giudizio assunto” in primo grado, che lo scorso maggio ha assolto il cineasta 91enne, accusato anche di violenza sessuale e stupro da parte di diverse donne.

La sig.ra Lewis ha presentato ricorso contro la sentenza del tribunale penale. Ma l’accusa non avendo agito in tal senso, l’assoluzione penale era divenuta definitiva. La corte d’appello doveva dire se il regista era ancora colpevole di un “illecito civile” e doveva quindi risarcirlo.

La Corte alla fine ha ritenuto che non esistesse nessuna colpa civile.

“È una decisione molto discutibile perché offre a Roman Polanski una forma di licenza mediatica di uccidere”ha commentato all’AFP l’avvocato della signora Lewis, Me Benjamin Chouai. “Ha il diritto di diffamare, screditare, denigrarecontinuerà sicuramente a farlo nei confronti di Charlotte Lewis ma sicuramente anche nei confronti di altre donne”, ha aggiunto, precisando che farà il punto con la sua cliente, assente alla emissione della decisione, per eventualmente ricorrere alla Corte di Cassazione. .

Le “contraddizioni” contestate da Charlotte Lewis

In questo caso la giustizia non doveva stabilire se Roman Polanski avesse violentato o meno l’attrice britannica ma solo se il regista avesse o meno abusato della sua libertà di espressione in un’intervista pubblicata da Paris Match nel dicembre 2019.

Interrogato in questo articolo sulle accuse contro di lui, il regista di “Rosemary’s Baby” ha risposto: “La prima qualità di un buon bugiardo è un’ottima memoria. Citiamo sempre Charlotte Lewis nella lista dei miei accusatori senza mai sottolineare le sue contraddizioni”.

Nel 2010, durante una conferenza stampa al Festival di Cannes, Charlotte Lewis raccontò di essere stata aggredita durante un casting organizzato a casa di Roman Polanski a Parigi nel 1983, quando aveva 16 anni.

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