Raül Refree in doppio concerto a Losanna, bellezza fino a far paura

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Pubblicato il 2 luglio 2024 alle 10:07. / Modificato il 2 luglio 2024 alle 10:07.

Era 7 anni fa, al Museo Reina Sofia di Madrid, davanti a un immenso dipinto in bianco e nero, il grido senza voce di coloro su cui cadevano le bombe. Il cavallo, il toro, i volti dei Guernica di Picasso si fondono con quello della cantante Rosalia. Rapisce un antichissimo flamenco di Manuel Vallejo, canta: “Sto per morire”. Accanto a lei, un chitarrista degli Stan Smith sembra scolpire il vuoto. Il suo nome è Raül Refree. È senza dubbio uno dei più grandi maestri della musica europea. Lo chiamano un pomeriggio di giugno, mentre passeggia per Barcellona.

Ti racconta subito di un altro pittore spagnolo, Miró: “Verso la fine della sua vita, passava ore davanti alla tela, senza dipingere nulla. Mi sento vicino a questo atteggiamento. Le note che ho scelto di non suonare sono forse più importanti di quelle che sentiamo”. Raül in maestosità, punk affascinato dalla forma, classe 1976 in Catalogna, il legame tra mondi apparentemente così dissimili da essere più un impollinatore che un musicista. Ha prodotto Ricky Martin e uno dei fondatori del gruppo newyorkese Sonic Youth. Non è né del tutto pop né del tutto avant-garde. È un ponte sospeso.

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