Tre giorni di fermo per lui e la compagna, per aver ascoltato una canzone di Kaaris. È questa la disavventura capitata a Younès e Nadia (i nomi sono stati cambiati) a Parigi due settimane fa.
Come riportato Il pariginoil quarantenne è stato arrestato dopo che testimoni hanno interpretato il testo di una canzone del rapper dal titolo Scoppiare come minacce verso un ristorante di cucina israeliana.
Anche il suo compagno è in custodia di polizia
L'uomo di 49 anni aveva fermato l'auto per qualche secondo per far passare i pedoni davanti al ristorante nel 17° arrondissement, mentre ascoltava la canzone il cui ritornello ripete “Stai attento, sta per scoppiare, scoppiare, scoppiare.” “Ho visto alcuni ragazzi che mi guardavano in modo strano. Non ho calcolato troppo, ho tracciato il mio percorso”, racconta Younès.
Il giorno successivo è stato arrestato dalla polizia a una rotonda, prima di essere preso in custodia. Allora è giovedì, non uscirà fino a sabato sera. Anche Nadia, impiegata in un tribunale della regione parigina, è stata arrestata a casa sua e messa in custodia di polizia a poche celle dal suo compagno.
Pressione psicologica permanente
Secondo la testimonianza di chi lo ha denunciato, Younès sarebbe stato accompagnato in macchina da altre due persone e avrebbe pronunciato le minacce ad alta voce, indossando una djellaba grigia. “Indossavo una felpa nera con un parka verde kaki! ”, assicura, trasmettendo video alla polizia che poi gli fa “tante domande sulla religione musulmana”. “Dimostra che ero solo in macchina e come ero vestito. »
“È una pressione psicologica permanente. Ma eravamo innocenti. Avevo paura che Younès crollasse, più passavano le ore e più lo vedevo decomporsi”, racconta Nadia. La coppia verrà infine scagionata e rilasciata grazie alla geolocalizzazione dei loro telefoni e alla videosorveglianza. Affermano di aver perso 4 kg ciascuno durante la custodia della polizia. Claustrofobico, anche Younès sarà ricoverato diverse ore dopo essersi sentito male.
“Nessun elemento di reato è caratterizzato”
“Finisce bene ma non lo lascerò andare. Eravamo vittime. 13 novembre, la famosa partita, il conflitto in Medio Oriente, posso capire la preoccupazione. Ma non abbiamo nulla di antisemita”, dice Nadia, che denuncia le “bugie” e la sconsideratezza dei “testimoni”. Lo conferma anche la Procura parigino che “non è stato identificato alcun elemento di reato” in questa fase e che “la custodia è stata revocata perché non è nemmeno sicuro che l'indagato abbia fatto i commenti riportati dai testimoni, ovvero “Erano testi di canzoni”.
“In effetti, non avevano nulla di cui rimproverarsi. Ci è voluto un po' di tempo per stabilirlo. Il rapporto sembrava credibile”, spiega una fonte della polizia. L'avvocato della coppia ha fatto sapere che sporgerà denuncia per “denuncia diffamatoria”.