Dodji Kwami Abgetoglo, rinomato scultore e fiero ambasciatore del Togo sulla scena internazionale, ha trasformato la sua passione per il legno in una vera e propria arte, coniugando tradizione e rispetto per l’ambiente. Incontro!
Sono le 16:30 a Lomé, la capitale politica del Togo. Questo 14 novembre, il sole illumina la città con tutti i suoi raggi quando ci rechiamo nello studio dell’artista togolese. “Tayé Tayé” è il nome del suo laboratorio situato in Avenue Gulasamée, alla periferia di Lomé. Lo scultore abita su questa strada principale, ed è impossibile non riconoscere la sua bottega. All’ingresso di casa sua, le sue opere d’arte accolgono i visitatori.
Appena ci avviciniamo, una scultura rappresentante il busto di una donna con l’acconciatura afro, posta davanti alla porta, ci regala un primo scorcio dell’universo creativo dell’artista. Appena arrivati, il signor Kwami ci accoglie calorosamente, con una stretta di mano e un sorriso amichevole. “Benvenuti a casa nostra”, ci dice, orgoglioso di condividere il suo mondo artistico. E così inizia la visita…
Un laboratorio e un luogo di apprendimento
Una volta all’interno del suo studio, diventa chiaro che questo artista di fama internazionale incarna pienamente una nuova generazione di artisti africani, dove la natura è al centro della scena. Profondamente ancorato alle tradizioni del suo paese e allo stesso tempo risolutamente rivolto al futuro, riporta in vita il legno morto e dimostra, attraverso il suo lavoro, l’impatto dell’arte al servizio dell’ambiente e della trasmissione dei valori culturali. Il signor Dodji non lavora in isolamento. Il suo laboratorio è anche un luogo di incontro e apprendimento, dove lavorano al suo fianco 15 persone. Scolpiscono, ma realizzano anche tessuti e dipinti.
La scultura, arte familiare e spirituale
È fin dall’infanzia che Dodji Kwami Abgetoglo si è immerso in un ambiente ricco di tradizioni. “La scultura non faceva parte dei miei sogni d’infanzia”, dice l’artista con un’acconciatura afro. Rivolgersi a questo campo artistico non è per lui un caso. Nella sua famiglia, infatti, l’arte del legno è un affare generazionale. Originario del Benin, la sua famiglia è composta da cacciatori e artigiani, un patrimonio che, a sua insaputa all’epoca, lo guiderà verso la sua vocazione.
“Non ho scelto di fare lo scultore. Fin da bambino, attraverso le consulenze tradizionali, ho capito che io e il legno eravamo legati. Nella mia famiglia abbiamo sempre avuto un rapporto profondo con la natura, in particolare attraverso la caccia e l’artigianato”, confida con evidente convinzione. Questo rapporto ancestrale con la foresta e il bosco è per lui un dialogo continuo e un vero scambio spirituale con la natura.
Scultura e tutela dell’ambiente
Questo rispetto per la natura si riflette nel modo in cui Dodji lavora il legno. A differenza di molti artigiani, non abbatte gli alberi per la sua arte. “Rispetto la foresta, non la distruggo”, insiste. La maggior parte del legno che utilizza proviene da cantieri in cui sono stati abbattuti alberi. “Quando le persone costruiscono strade, raccolgo il legno inutilizzato per dare loro una seconda vita.” Il suo approccio eco-responsabile lo ha portato, nel 2019, a recarsi in Cina, dove ha imparato a lavorare con legno morto e legni galleggianti. Questa esperienza è stata una svolta, perché gli ha permesso di dare una nuova dimensione al suo lavoro, utilizzando materiali spesso trascurati per trasformarli in veri e propri capolavori.
Scultura e comunicazione
Per Mr. Dodji ogni pezzo di legno è unico e ogni scultura è il risultato di un dialogo intimo tra lui e la materia. “Quando sei un padre di famiglia non è facile dire che amo più un figlio che un altro. È lo stesso con i boschi. Ogni tipo di legno, ogni scultura che vedi qui, è una conversazione diretta che ho con loro”, spiega. Il suo approccio artistico è profondamente spirituale. Parla dei diversi tipi di legno che utilizza, come mogano, acacia, iroko, lenge e teke, solo per citarne alcuni. Ogni legno che utilizza ha “un significato particolare e riecheggia le tradizioni del suo paese e della regione dell’Africa occidentale”, osserva.
La trasmissione dei valori culturali
Il lavoro di Dodji Kwami Abgetoglo non è solo estetico. Porta anche un messaggio potente, quello della preservazione delle tradizioni e dei valori africani. Un buon approccio nelle nostre società che tendono a perdere la propria identità culturale. Attraverso le sue sculture, cerca di perpetuare pratiche culturali ancestrali, tra le altre, la solidarietà familiare, l’unità culturale e l’amore per il prossimo.
“Il mio lavoro è un modo per mantenere vivi i valori che hanno attraversato i secoli. Voglio dimostrare attraverso l’arte che l’unità è la nostra forza, che l’amore per la famiglia e la comunità è essenziale”, sottolinea. I valori che predica non si limitano solo alla sua arte. Al termine del nostro scambio sincero, l’artista ci ha offerto un piatto e un bicchiere d’acqua; un gesto carico di significato in termini di ospitalità e umanesimo.