Van Gogh, Stephen Shore, Kader Attia, Miro… Mostre estive

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LA LISTA DEL MATTINO

Sognare sotto le stelle o sotto la luna con Van Gogh, ammirare la modernità delle porcellane cinesi, vedere tutte le sfaccettature di Mirò o di Henri Cartier-Bresson: tante suggestioni per un’estate artistica.

La “Notte stellata” di Van Gogh viene emulata ad Arles

“La notte stellata”, di Vincent van Gogh. Olio su tela, 1888 – “Van Gogh e le stelle” presso la Fondazione Van Gogh (Arles). ADRIEN DIDIERJEAN/RMN – GRAND PALAIS (MUSEE D’ORSAY)

È tornata! Dipinto sulle rive del Rodano, ad Arles, nel 1888, La notte stellata lasciò il Museo d’Orsay per un’estate per tornare al suo luogo d’origine. Per festeggiare questo “poesia cosmica” di Vincent van Gogh, la fondazione arlesiana che porta il suo nome evoca supernove, vie lattee e costellazioni contemplate dagli artisti, da Edvard Munch e Georgia O’Keeffe a Lee Bontecou. Evocazione di questa fine del XIX secoloe secolo in cui l’astronomia divenne una scienza popolare, la mostra ricorda l’influenza dell’esperto stellare Camille Flammarion e riunisce una splendida serie di Etienne Léopold Trouvelot, suo contemporaneo: ispirato dal cielo che osservava dal telescopio di Harvard, disegna i raggi solari bagliori e nebulose in pastello. Sicuramente una delle rivelazioni di questa passeggiata notturna. Ma gli artisti di oggi si ispirano altrettanto al cielo: i girasoli argentati di Dove Allouche, la sublime evocazione degli Alyscamps di Djabril Boukhenaïssi, i collage di Jean-Michel Alberola, ci ricordano in modo pertinente questo consiglio di Aragona: “Lascia entrare l’infinito. » E. Le.

“Van Gogh e le stelle”, Fondazione Van Gogh, Arles. Fino all’8 settembre.

La Via Crucis di Kader Attia a Montpellier

“Demo(n)crazia”, 2009, di Kader Attia. Scultura da parete: vernice e neon.

“Demo(n)crazia”, 2009, di Kader Attia. Scultura da parete: vernice e neon. KADER ATTIA

Prima grande mostra di Kader Attia in Francia dopo quella tenutasi al Mac Val di Vitry-sur-Seine nel 2018. Questa, come la precedente, risponde alle richieste dell’architettura. Essendo il Mo.Co composto da più livelli sovrapposti, collegati tra loro da scale, l’artista ricordava il Divina Commedia di Dante, ma introducendo una modifica importante: il paradiso è sotto. Il viaggio inizia quindi con Purgatorio: un insieme di opere che, dall’oggetto deviato al video e all’installazione, mostrano alcuni vizi delle società contemporanee. Un secondo, al piano di sotto, immerge nell’inferno, negli orrori della guerra, argomento purtroppo inesauribile. Bisogna attraversarlo per sprofondare ancora più in basso e raggiungere quella che sarebbe una versione contemporanea del paradiso: un mondo in cui uomo e natura trovano equilibrio. La costruzione della mostra afferma così che la creazione artistica, per Attia, non si intende né senza una riflessione sugli eventi storici, né senza un’aspirazione spirituale. Dottorato di Ricerca

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