Il romanziere franco-marocchino Rachid Benzine ha ricevuto il “Grand Prix du Novel Métis 2024” per il suo libro “Les silents des pères”, pubblicato nel 2023 da “Seuil”.
Creato nel 2010, il “Grand Prix du Roman Métis”, distinzione letteraria internazionale della città di Saint-Denis de la Réunion, premia un romanzo francofono pubblicato meno di un anno fa e che trasmette i valori dell’ibridazione , diversità, scambi culturali, umanistici e universali.
Così, Rachid Benzine è stato premiato, alla Riunione, con il Grand Prix du Novel Métis 2024. Quanto allo scrittore franco-ruandese Beata Madre Mairesseha vinto il Premio Métis Novel dei lettori della città di Saint-Denis 2024 per “Il convoglio » (Flammarion).
La giuria ha inoltre assegnato una menzione speciale al romanzo di Éric Chacour, “Quello che so di te” (Filippe Rey). Chacour è un giovane talento letterario nato a Montreal da genitori egiziani, che divide la sua vita tra la Francia e il Quebec.
I vincitori riceveranno il premio il 3 dicembre allo Château Morange (Saint-Denis de La Réunion), annunciano gli organizzatori.
Il romanzo di Rachid Benzine “I silenzi dei padri” racconta il complesso rapporto tra un figlio e suo padre, fatto di silenzi e appuntamenti mancati. È la storia di un figlio che ritorna, dopo la morte del padre, e ripercorre il percorso di vita di quest’ultimo, un uomo taciturno, lavoratore di mestiere, reclutato dai Charbonnages de France, all’inizio degli anni ’90.
Tra padre e figlio, silenzi e incomprensioni
Questo figlio, Amine, il narratore, è un famoso pianista che non ha più mantenuto i legami con suo padre da quando ha condotto una carriera internazionale. Dopo la morte del padre, il figlio deve svuotare l’appartamento di famiglia a Trappes. Scopre per caso, nascosta sotto la vasca da bagno, una grande busta contenente delle audiocassette. Suo padre, per comunicare con il nonno rimasto in Marocco, registrò il suo messaggio poi lo pubblicò. Queste lettere audio iniziano tutte con “Mio caro padre”.
Rachid Benzine è nato il 5 gennaio 1971 a Kenitra, in Marocco. È un islamologo, drammaturgo e politologo franco-marocchino. È considerato una delle figure più importanti dell’Islam liberale francofono. Ha acquisito notorietà avviando, con padre Christian Delorme, il dialogo islamo-cattolico a Lione. Da questi scambi nascerà un libro”, Abbiamo così tanto da dirci”pubblicato nel 1998.
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