In un mondo dove il tempo vola, l’industria dell’orologeria, ricca di storia secolare, si trova oggi al bivio tra tradizione artigianale e innovazione tecnologica. Dai laboratori svizzeri ai grandi gruppi internazionali, l’orologeria dà forma a molto più che semplici strumenti per misurare il tempo. Crea oggetti del desiderio, capolavori di micromeccanica. Nonostante l’ascesa degli orologi connessi, l’orologeria di fascia alta ha ancora un futuro brillante davanti a sé. Un orologio Patek Philippe venduto per 8 milioni di euro da Christie’s nel 2019.
Dal 1905 la sua statua si trova in una piazza di Norimberga. Peter Henlein, originario di questa cittadina tedesca, è infatti noto per aver sviluppato, quattrocento anni prima, il primo orologio portatile – che poteva funzionare per quaranta ore. Ma la molla a botte che fa girare gli ingranaggi, la cui paternità gli viene spesso attribuita, esisteva probabilmente già nel XV secolo. L’orologiaio, però, è il primo ad averlo integrato in un oggetto così piccolo.
In fuga dalle persecuzioni religiose, a metà del XVI secolo, molti artigiani protestanti della Franca Contea si rifugiarono a Ginevra: la città svizzera era sede di una repubblica teocratica guidata dall’intransigente Calvino, che vietava qualsiasi segno esteriore di ricchezza a chi volesse beneficiare della sua tutela. L’attività orafa fu bandita e gli espatriati si dedicarono all’orologeria. È (…)
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