Interessi comuni
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Sotto l’egida di Rodolphe Belmer, direttore generale del primo canale, dieci grandi attori dell’audiovisivo hanno annunciato mercoledì mattina il lancio di una nuova organizzazione destinata a difendere gli interessi del settore, in particolare contro YouTube.
Non capita spesso di vedere il direttore generale di France Télévisions, Delphine Ernotte, dietro una scrivania di TF1, o il direttore generale dei programmi di M6, Guillaume Charles, sul palco dell’auditorium della sede della prima emittente a Boulogne-Billancourt ( Hauts-de-Seine). Che gli ardenti rivali del panorama audiovisivo francese si siano riuniti questo mercoledì mattina, è una cosa seria: i leader di TF1, M6 e France Télévisions, ma anche i capi dei sindacati dei produttori (AnimFrance, USPA, SPI) e i rappresentanti degli autori Erano presenti tutte le società (SACD, Sacem, Adami, Scam) per il battesimo del nuovissimo acronimo, LaFA, per “l’Industria Audiovisiva”, ovvero l’insieme degli attori di un settore che impiega 300.000 persone. “È più che nelle automobili”, ha sottolineato il capo di TF1, Rodolphe Belmer, all’iniziativa del progetto, evocando “movimenti tettonici che stanno scuotendo il nostro settore”.
Nonostante la concorrenza e il lato gallico della televisione francese, era giunto il momento di organizzarsi per difendere i nostri interessi contro le piattaforme digitali e i loro modelli, che spesso sfuggono ai quadri normativi francesi o europei. Rodolphe Belmer ha citato come nuove sfide per il PAF la democratizzazione dei televisori connessi, la distribuzione di programmi via Internet con l’emergere dei colossi mondiali o l’avvento dell’intelligenza artificiale generativa. D