Léo Malet, il creatore dei romanzi di Nestor Burma, non aveva immaginato questa storia. L’autore, morto nel 1996, non fece in tempo a inviare il capo dell’agenzia investigativa Fiat Lux in tutti i quartieri di Parigi come aveva previsto. In particolare manca il 20.
Tuttavia, Jacques Tardi, che ha la “licenza” per la copertina del fumetto di Nestor Burma, vive in questo quartiere. Così alla designer Adèle Blanc-Sec è venuta l’idea di creare una storia originale della Birmania attorno alla sua casa, sia nella sceneggiatura che nel disegno. Così è nato Rififi a Ménilmontant! che è stato appena pubblicato da Casterman.
Si tratta di un ritorno in questa serie per il Tardi dopo una pausa di ventiquattro anni. Dopo cinque albi dal 1982 al 2000, l’autore ha ceduto il disegno e l’adattamento a diversi autori. Prima c’è stato Emmanuel Moynot che, nel corso dei 6 volumi, si è un po’ stancato della serie. Il disegno del suo ultimo album dalla Birmania, I ratti di Montsourisnel 2020, è stata affidata anche ad un altro designer, François Ravard.
Poi c’è stato Nicolas Barral che, non senza umorismo, ha rivitalizzato la serie con tre bellissimi album in catalogo. Tardi torna quindi da noi nel 2024 con questo Rififi a Ménilmontant! che, assicura, sarà l’ultima Birmania che farà.
Inverno 1957, la situazione a Parigi si complica. Il selciato è lucido, è grigio e può cadere la neve. La Birmania sta morendo. I farmaci dei laboratori Manchol lo cureranno? Non ne sono sicuro, ma lo condurranno in un traffico sgradevole con Babbo Natale ostili che finiranno come decorazioni sugli alberi. Nestor, che alza facilmente il gomito, chiuderà le sbarre con il suo nuovo amico, giustamente chiamato “La Biture”, e vagherà per le strade del 20.
Perché se l’investigatore privato si perde nel quartiere, è con il lodevole intento di capire cosa abbia portato Madame Manchol dei Laboratori Manchol a spararsi in un occhio con una pistola nel suo ufficio.
Con Léo Malet come con Jacques Tardi, le avventure del detective sono solo un pretesto. Quella di una passeggiata in una Parigi degli anni Cinquanta, sbarazzina e popolare. Sembra il cinema, quello dei film in bianco e nero. Del resto Tardi vi fa riferimento più volte. Ci pensiamo noi Quai des Orfèvres di Clouzot (1947) o Rififi tra gli uomini di Jules Dassin (1955) che termina anch’esso nel 20° arrondissement.
Se Tardi ci immerge con così tanto talento in questa Parigi scomparsa, è perché lì ha lavorato molto. L’autore ricerca attentamente prima di ricreare questo mondo. Con archivi, foto, filmati e numerose location che realizza preventivamente sul campo.
Passeggia per questo 20° arrondissement, lo adora, questo è certo. Già lo scorso anno il Tardi ci aveva premiato con un lavoro superbo, 20 anni nel maggio 1871nella raccolta di 25 immagini pubblicata da Martin de Halleux. Un piccolo libro tutto in disegni, senza testo, che ci trasporta in un’epoca più Adèle Blanc-Sec che Nestor Burma, l’inizio del XX secolo. Una storia in bianco e nero dal tratto vibrante. Un Tardi della migliore annata. Un comunardo al crepuscolo della sua vita si vendicherà di Adolphe Thiers. Quest’ultimo, primo presidente della Terza Repubblica, fece fucilare 147 federati. Dove? Contro un muro di cinta, quello del cimitero del Père-Lachaise, sempre nel cuore del 20° arrondissement.
“Qualche rififi a Ménilmontant! Nestor Burma nel 20° arrondissement” di Tardi basato sui personaggi di Léo Malet. Edizioni Castermann. 25 euro.
20 anni nel maggio 1871 da Tardi. Edizioni Martin de Halleux. 20 euro.