“Il mio assassino” di Daniel Pennac
► A Gallimard
Pennac qui unisce autobiografia e finzione.
La finzione è quella che dispiega attorno all'assassino del titolo, soprannominato Pépère. Pépère è il personaggio centrale dell'ultimo volume della saga di Malaussène. Pennac ci racconta la sua infanzia, da dove viene.
E per quanto riguarda il lato autobiografico del libro, Pennac ci introduce nel suo laboratorio di scrittore con ciò che implica di autoironia, di dubbi e affronta questa domanda: da dove vengono i personaggi? Risposta: ispirazioni letterarie ma soprattutto, nel caso di Pennac, storie di amicizia, che egli estende grazie ai suoi esseri immaginari.
“Il sogno del giaguaro” di Miguel Bonnefoy
Il libro non solo ha vinto il Grand Prix du Roman de l'Académie Française il mese scorso, ma questa settimana ha ricevuto anche il premio Femina.
“Il sogno del giaguaro” è un'epopea familiare e questa volta l'autore si è ispirato alle sue origini materne venezuelane. La storia si sviluppa lungo tre generazioni in un paese – il Venezuela – che vive dittature, democrazia, colpi di stato, rivoluzioni su scala del secolo.
È la storia di due nonni cresciuti in povertà e promettenti destini eccezionali, ognuno di loro diventerà un rinomato medico e il romanzo di Miguel Bonnefoy inizia come una favola: un neonato viene abbandonato sui gradini di una chiesa con una macchinetta per arrotolare le sigarette nella piega del sedere pannolini e viene accolto da un mendicante muto.
“I Guerrieri d'Inverno” di Olivier Norek
► A Michel Laffont
Con “Winter Warriors” abbandona il genere thriller per un affresco storico: una guerra tra la Finlandia e l'URSS di Stalin, tra novembre 1939 e marzo 1940.
Olivier Norek racconta le manovre diplomatiche, la follia omicida dei comandi, la solidarietà tra i soldati e la figura centrale di un paesano finlandese, il cui nome è Simo, tiratore eccezionale e leggenda vivente soprannominato “La Morte Bianca”.
Il romanzo ricorda ovviamente l'Ucraina e la Russia di oggi.
Il libro è stato un successo in libreria, è uscito dalla stagione dei premi a mani vuote dopo essere apparso nelle liste Goncourt e Renaudot.
“Per Britney” di Louise Chennevière
► Al POL
Come indica il titolo, la cantante Britney Spears è una delle figure di questo libro, un'icona pop che ha segnato un'intera generazione, alla quale appartiene Louise Chennevière, cioè quella cresciuta negli anni '90.
L'altra figura presente in questo testo è la scrittrice del Quebec Nelly Arcan, che prima di scrivere era una prostituta e che si suicidò all'età di 36 anni.
Louise Chennevière stabilisce un legame tra Britney e Nelly: due donne i cui corpi erano desiderati e sessualizzati. E con queste due donne, Louise Chennevière mescola la propria esperienza di giovane donna.
Attraverso loro tre mette in discussione il rapporto con il corpo, lo sguardo di ragazzi, uomini e vecchi signori.
È scritto tutto d'un fiato, senza capitoli, con frasi lunghe, come svuotare la borsa.
“La regola del crimine” di Colson Whitehead, tradotto da Charles Recoursé
► Ad Albin Michel
“The Rule of Crime” è un tuffo nella New York degli anni '70 grazie a Colson Whitehead, una grande figura della letteratura nera americana contemporanea.
Ricordiamo che Colson Whitehead è uno dei pochi ad aver vinto due volte il Premio Pulitzer per la narrativa.
Lì ha appena pubblicato “The Rule of Crime”, la seconda parte di un affresco storico che dedica ad Harlem.
La prima parte si è svolta all'inizio degli anni '60, questa abbraccia gli anni 1971–1976.
Troviamo in particolare il personaggio di Ray Carney, un ex delinquente del deposito di automobili, sposato con due figli, proprietario di un negozio di mobili ed edilizia ad Harlem. Ma il giorno in cui sua figlia gli chiede i biglietti per il concerto dei Jacskon Five, Ray si riconnette con il mondo del crimine per ottenerli.
Il romanzo è composto da tre parti con ispettori di polizia corrotti sullo sfondo della lotta armata per i diritti civili, l'ascesa della controcultura afroamericana, in particolare nel cinema, con Blaxplotation e campagna municipale con anche lui candidato sindaco corrotto.
In breve, benvenuti a New York, alla sua energia, al suo fuoco, al crogiolo dell'ispirazione di Whitehead.
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