più di 100.000 firme in meno di…

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Il canale C8 si rifiuta di sospendere le trasmissioni. Centinaia di migliaia di firmatari si oppongono alla sua scomparsa.

Lo scorso luglio Arcom ha deciso di farlo non rinnovare la frequenza di C8 dopo il 28 febbraio. A partire da questa data non sarà più possibile guardare TPMP, Chez Jordan o Direct Auto su questo canale. Una volta emessa la sentenza, l'emittente ha subito deciso di impugnarla davanti al Consiglio di Stato.

Quest'ultimo ha quindi ricevuto da parte sua diversi ricorsi sommari a partire dallo scorso settembre. Se il giudice amministrativo ha respinto il primo, udienza fissata per il 15 novembre deciderà il destino della catena fondata e posseduta dal gruppo Bolloré. Diverse centinaia di dipendenti rischierebbero di perdere il posto di lavoro.

Chiusura del C8: una petizione che potrebbe cambiare tutto?

“Mi ritengo, e so che abbiamo già un dossier di 35 pagine, vessato dall'organizzazione Arcom, che dietro di esso genera messaggi di odio sui social networkCyril Hanouna era indignato sul set del TPMP quando è tornato in onda lo scorso settembre. Questo è estremamente serio. Non possono impedire a qualcuno di lavorare e oggi Arcom impedisce a me di lavorare.”

C8 ha preso l'iniziativa ed è stato lanciato questa settimana
una petizione ad Arcom.
Più di 100.000 firmatari hanno dato la loro approvazione in meno di 24 ore. “Oggi, sostenendo questo canale, difendiamo non solo posti di lavoro, ma anche una visione unica dell’audiovisivo, portata avanti da professionisti appassionati da quasi 20 anni”affermano quelli, insistendo su questo “il canale C8 può continuare a trasmettere, per il rispetto dei telespettatori e la salvaguardia dei posti di lavoro”.

Chiusura del C8: questo il parere sfumato sulla decisione Arcom

La decisione di Arcom ha fatto rabbrividire molte persone. Énora Malagré non è rimasta indifferente all'uccisione annunciata del suo ex datore di lavoro. “Sono non sono d'accordo con molte cose ma non sarò mai felice se i miei amici sono nei guai”incolpa il conduttore in un'intervista a Bleu questo sabato 9 novembre 2024.

Se dice a se stessa “orgoglioso di aver partecipato” in passato al TPMP, anche l'ex editorialista di Cyril Hanouna dà uno sguardo critico agli eccessi del canale: “Quando facciamo cose stupide, ne paghiamo il prezzo. Non possiamo dire nulla, essere radicali nei nostri commenti, non possiamo avvicinarci al fascismo”. Gli abusi denunciati dal conduttore sono costati cari anche al canale, che ha condannato Arcom a pagare una multa record di 3,5 milioni di euro.

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