Con “Grace”, Benjamin Millepied fa ballare le canzoni di Jeff Buckley

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L’anteprima generale di “Grace”, di Benjamin Millepied, a La Seine musicale, a Parigi, il 2 novembre 2024. TOMMASO BREMOND

Adornare, nuovo pezzo di Benjamin Millepied basato sull’omonimo album del cantante e compositore Jeff Buckley (1966-1997), ha un sottotitolo : «Jeff Buckley balla». Si dice che il contenuto dello spettacolo sia: coreografare le canzoni dell’artista americano morto tragicamente annegato nel Mississippi mentre risvegliava il suo fantasma. Sta ballando, Jeff! Interpretato da Loup Marcault-Derouard, ritorna in vita sul set, suona la chitarra. Ripercorre la sua vita dalla nascita in California fino alla scomparsa in un intenso impeto emotivo.

Questa ambiziosa produzione supportata dai video realizzati dal vivo da Olivier Simola ha deliziato i 3.500 spettatori di La Seine musicale, giovedì 7 novembre. È l’impatto combinato di Buckley e Millepied, l’attrazione unificante e generale per il pubblico di una creazione di canzone-danza? I posti furono occupati. Due date sono state aggiunte all’ultimo minuto, metà settembre, alle quattro inizialmente previste. Entro domenica 10 novembre lo avranno visto 20.000 persone Adornare, che sarà in mostra il 17 e 18 giugno presso Nuits de Fourvière, a Lione.

Per ripercorrere il percorso di Buckley, Benjamin Millepied, la cui musica è sempre il trampolino di lancio, si affida alle 11 tracce dell’album registrato nel 1994 dall’artista. Fan del musicista scoperto a New York negli anni ’90, ha aggiunto alla colonna sonora, pubblicata dopo la sua morte, una dozzina di altri brani inediti, oltre a testi ed estratti dal suo diario. Il tono è rock, crudo, malinconico, serio. I temi esistenziali dell’identità, dell’amore, della paura si colorano di scuro, avvicinandosi a lidi sempre più oscuri man mano che lo spettacolo procede.

Scrittura agile

Questo mosaico di suoni, voci, gesti e immagini adorna Adornare. Dieci performer, attori, cantanti e ballerini, articolano i diversi parametri. Tra questi, Ulysse Zangs, anche lui chitarrista, ha progettato ambienti musicali che aiutano a mantenere l’atmosfera del soggetto. Davanti ad un enorme schermo posto al centro della scena, un insieme mobile di pannelli spostati velocemente dal gruppo rivela architetture di luce. Appare una stanza, un letto si inclina.

La trame narrative de Adornare, su cui aleggia la voce decisamente accattivante di Buckley, viene stupito dalla scrittura agile e versatile di Millepied. Preso dal vento del suo percorso, scivola e velocemente, rimbalzando elastico e vivente nello spazio. Volano le camicie e gli abiti. Numerosi duetti, come spesso accade in Millepied, scandiscono le scene d’insieme, sempre vivaci. La naturalezza erudita dello stile poliedrico del coreografo, tra classica contorta e swing jazz, mantiene il flusso epidermico del movimento. Ma lasciarsi sfuggire il virtuosismo a volte assume un’aria di disinvoltura, sopraffatta dal desiderio che la danza assomigli alla vita e viceversa.

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