Commedia musicale: La Revue genevoise 2024 ci porta a bordo!

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La Rivista di Ginevra 2024 ci porta a bordo!

Ritorno alla prima di uno spettacolo stravagante, ricco di respiro, gag e scoperte. In mostra fino al 31 dicembre.

Pubblicato oggi alle 15:03

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In breve:
  • Ovazione per la prima della Revue al Casino-Théâtre.
  • Le ultime notizie sono sottilmente integrate nei dialoghi umoristici.
  • In più, coreografie spettacolari e scenografie fantasiose.

Questo giovedì sera al Casino-Théâtre, la troupe della Revue fa i suoi ultimi salti mortali dopo due ore di spettacolo scintillante e mozzafiato. Il pubblico ride ed è felice. Il contatore degli applausi è in rosso. Si alzano due spettatori, seguiti da altri dieci. Ben presto, tutte le circa 400 persone presenti nella stanza furono in piedi. Standing ovation. Meritato. «I ginevrini di solito sono molto esigenti», assicura tutto e un attimo dopo Laurent Deshusses, regista e attore. “Si sono alzati, è pazzesco, è raro!” Lancia un’occhiata al bicchiere vuoto. “Ma nessuno può portarmi dello champagne?”

Prima esecuzione pubblica, dunque, per la Revue 2024, 132e del nome. “Quella sera c’è sempre un pubblico molto speciale”, scivola Claude-Inga Barbey, autrice ispirata e attrice straordinaria nel suo ruolo di donna delle pulizie arrapata. Un pubblico, dunque, più sale che pepe. Le signore sono andate dal parrucchiere. Gli uomini tirarono fuori i loro blazer. Parliamo bene e ad alta voce. Sorseggiamo Chasselas. Siamo clienti abituali, ginevrini di buon carattere.

Schizzi sanguinanti

Quest’anno la Revue salpa. La tavola è una barca. E la crociera sarà rock e divertente. Spesso a scapito dei politici locali; questo è lo scopo della manovra. Frédérique Perler e Antonio Hodgers hanno quindi diritto a schizzi piuttosto toccanti e distraenti, uno sulle assunzioni della sua famiglia, l’altro sul suo PAV. Sono fantastici, i piccoli esseri che sono venuti a lamentarsi alla conferenza stampa di Hodgers.

Virginia Sirolli, in una canzone in elogio dei frutti di mare.

Abbiamo adorato la sequenza sul collisore di particelle del CERN, la cui ragion d’essere scientifica è oggetto di una telefonata in arabo che diventa presto assurda. Prima di concludere, non si sa bene come, sul conflitto in Medio Oriente, con una frenetica danza di morte. È incredibilmente ben scritto, bizzarro e intelligente.

Novità di Ginevra

Perfetti anche i dialoghi tra il barista della nave (Christian Savary), ubriacone e filosofo, con un grande gabbiano che forse è l’unico a vedere. Questi scambi esilaranti permettono agli autori di citare le ultime novità di Ginevra, come la chiusura della Gaîté, quella dei giocattoli Weber o la contaminazione delle acque della Rive Gauche. Fortiche.

Christian Savary nei panni di un barista ubriaco, con il suo amico gabbiano.

E poi c’è lo spettacolo. Le coreografie scoppiettanti e precise. I sontuosi costumi. Scoperte scenografiche a cascata. La musica e le canzoni, eseguite con vera brillantezza vocale, in particolare dalla leader della rivista, Virginia Sirolli, con la sua gola virtuosa. Sul set c’è una deliziosa fusione tra due generazioni; tra la freschezza atletica dei giovani e la sfrontata astuzia dei più anziani.

Questo mix generazionale, o talvolta scontro, costituisce uno dei temi ricorrenti dello spettacolo. Con, in particolare, una meravigliosa scena di un pasto al ristorante, dove due coppie, sui vent’anni a sinistra, sui cinquanta a destra, cenano flirtando tra loro. Wokism con corsetto e tofu da un lato; dall’altro, sconcertante bellezza e foie gras. Ridiamo. Quanto alla scena sull’AVS e sull’angoscia degli anziani nella loro scialuppa di salvataggio, abbandona per un momento i lidi del burlesque per dirigersi verso un registro tragicomico che strappa qualche lacrima nella sala.

Antonio Hodgers in una conferenza stampa. Ci piacciono le lumache.

Ma ovviamente siamo alla Revue. Quello di Ginevra. Finezza e delicatezza non sempre aprono la strada; piovono giochi di parole e gag impertinenti. E quando Gérard Depardieu, il ben imbottito Deshusses, sale a bordo, la faccenda si trasforma in una volgarità flatulenta, inevitabilmente un po’ prevedibile. L’abate Pierre è rimasto sul palco fin dall’inizio dello spettacolo. Uff.

La revisioneCasino Théâtre, fino al 31 dicembre, 19:30, domenica 16, lunedì libero. Ris: www.larevue.ch

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Jérôme Estèbe dirige la sezione culturale e il supplemento week-end. Tratta, in particolare, argomenti gastronomici ed enologici. Ha ricevuto nel 2002 il premio per il giornalismo locale Berner Zeitung. Maggiori informazioni

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