Oumou Sangaré canta l’amore di Maliba

Oumou Sangaré canta l’amore di Maliba
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L’artista maliana di fama mondiale Oumou Sangaré, 56 anni, ha brillato questa settimana sul palco, davanti a un pubblico eterogeneo, conquistato dal suo blues, un movimento di libertà. Colei che proviene da una stirpe di marasche – la sacra africana appartenente a una confraternita artistica – ha offerto la sua nuova opera Timbuctu, come una benedizione celeste. In nome dell’amore e della danza per scacciare collettivamente il male e la guerra dal Sahel.

Erano passati 13 anni dall’ultima volta che la signora Sangaré aveva comunicato con i suoi ammiratori nella metropoli. La stella cadente di Bamako si immerge in una grazia divina, forte e lucida di fronte al mondo e alle sue ombre.

Il destino del Mali, l’immenso territorio dei suoi antenati, la lotta per la pace e la giustizia fino a Timbuktu – città saccheggiata dalle forze jihadiste occulte – emana dalla sua voce, catapultando potere e poesia.

Una canzone unica, straordinaria, elogiata dalle sue sorelle sistema stellare americana, Beyoncé e Alicia Keys, così come la sua connazionale Aya Nakamura che l’ha celebrata con una canzone omonima nel suo album Diary nel 2017.

Una performance supportata magistralmente da sette artisti, musicisti e coristi, dalla diversità in questo quadro musicale della regina del Mali che ha debuttato nel 1989 con l’album Mussolou (donna, in lingua Bambara).

Cantando i brividi dell’amore come nostalgia – la forza vivente del blues saheliano – Oumou Sangaré ha ricordato il ruolo delle donne nell’equazione per la pace terrena e nella lotta, compreso quello dei diritti delle donne e dell’istruzione, che lei tiene alta, proprio come sua madre. morta nel 2022, la cantante Aminata Diakité. Nella stanza Sira, il cantante proclama la rettitudine di seguire un destino lontano dalle deviazioni del caos per realizzare il proprio pieno potenziale. E incarna un modello impeccabile per le generazioni attuali e future.

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