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Ciclismo. Cronaca – Marc Fayet: “Organizzare una gara? Una pioggia di fastidi…”

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Ovviamente, ti sono piaciuti i post sull’umore di Marc Fayet nel 2023, quindi lo rimettiamo per il 2024! Sei riuscito a scoprirlo e continuarlo a leggere Ciclismo’Actucon la sua rubrica o meglio la sua sezione”I quaderni segreti“. Per ricordare, Marc Fayetclasse 1961, è un uomo di teatro e di palcoscenico. Attore e regista, ma anche appassionato di ciclismo, Marc è sempre stato coinvolto: scrive, commenta, agisce come può nel ciclismo, in particolare sul Giro del Finistère di cui è oggi e dal 2021, il presidente del comitato organizzatore. Marc Fayet e “è” segreti dei carnetora può essere trovato regolarmente su Ciclismo’Actu.

Video – Les Trois Vallées Varésines 2024 non è riuscita a concludersi

Organizzare una gara è già una bella seccatura!

IL Trois Vallées Varésines Maschile quindi semplicemente annegato dopo 60 km. Sapevamo di tappe annullate o troncate dalla presenza di neve, dalla grandine, da forti temporali, o anche dal caldo eccessivo, ma superate dalla pioggia, credo che questa debba essere una prima (lascio che gli storici del ciclismo mi contraddicano comunicandomi a me le date e i luoghi degli eventi precedenti). E senza nemmeno pensare che i corridori non hanno più un briciolo di capelli (già non li hanno più) mi sono messo nei panni dell’organizzatore che è stato il primo a compatirmi in cuor mio, semplicemente perché sono un organizzatore me stesso (TOUR DEL FINISTERE PAESE DI QUIMPER9 MAGGIO 2025) e ho immaginato non solo come doveva essere la sua testa al momento della decisione del Presidente della Giuria e del suo collegio di commissari, ma mi sono anche detto che questa era solo la parte visibile e bagnata dei suoi guai perché bisogna ammetterlo: organizzare una gara è già una bella seccatura!

Che veniamo dall’Italia, dalla Spagna, dal Belgio, dalla Francia o altrove, abbiamo più o meno gli stessi vincoli e i nostri percorsi sono simili. Dobbiamo convincere per l’ennesima volta i Comuni dell’utilità di uno spettacolo sportivo itinerante sul loro territorio, cercare continuamente di trovare nuovi partner per compensare quelli che ci sono sfuggiti, presentarci ovunque siano presenti reti di imprenditori sperando per inserire qualche recapito o ottenere una raccomandazione, trascorrere ore negli uffici, nei cocktail, nelle cene o nelle videoconferenze per raccontare ancora e ancora la loro storia, quella del loro calvario che vogliamo far vivere, sopravvivere, continuare, mettendoci più che convinzione it, una parte della sua vita semplicemente a volte trascurando i suoi obblighi familiari e la sua salute anche a costo di vedere i suoi cari allontanarsi e il cardiologo avvicinarsi.

Quando gli elementi climatici entrano in gioco…

Convinci tutto il tuo comitato dell’utilità di crederci ancora quando cominciano a tirare fuori la lingua dopo tanti anni di donazione, seduci le centinaia di volontari della validità dell’ingratitudine del loro compito quando hai solo un berretto e un panino da offrire loro. Ma oltre a ciò, affrontare le gelosie di alcuni, i piedi storti di altri e tutto questo a volte solo per 4 ore e 12 minuti di calvario che non può essere altro che una parata rilassante con un piccolo combattimento finale perché l’ispirazione non c’era. t lì.

Il successo di un’edizione non preannuncia mai il successo della successiva, semplicemente perché non abbiamo mai la certezza che si realizzi, per mancanza di fondi, eccessivi vincoli e regolamentazioni, perdita di fiducia, semplicemente per scoraggiamento. L’organizzatore è solo e poco accompagnato (Gloria ai fedelissimi dell’ufficio e alla stretta guardia) e quando si intromettono gli elementi climatici non gli resta che piangere, ma sotto una pioggia torrenziale non si vede.

Dopodiché andate a dire ai vostri finanziatori che la visibilità di un evento ciclistico è eccezionale

Non ho visto il volto dell’organizzatore italiano dell’evento che almeno ha avuto il piacere di vedere il nostro francese Cédrine Kerbaol sotto la doccia ma felice, trionfando sul podio femminile, ma me lo immagino perché è quello che temiamo di più, vedere un intero anno di lavoro fermo dopo 60 km sotto i diluvio. Dopodiché andate a dire ai vostri finanziatori che la visibilità di un evento ciclistico è eccezionale e che il prossimo anno avrete un tempo sublime quando questo è quello che avevate già promesso loro quest’anno!? Si dice spesso che gli organizzatori sono in lutto e perché non dovrebbero esserlo? Questo perché quando piove si sentono tutti sempre più vecchi.

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