“A volte, quando una bici e un'auto si incrociano, bisogna stringere il sedere…”: che dire del rapporto tra ciclisti e automobilisti?

“A volte, quando una bici e un'auto si incrociano, bisogna stringere il sedere…”: che dire del rapporto tra ciclisti e automobilisti?
“A volte, quando una bici e un'auto si incrociano, bisogna stringere il sedere…”: che dire del rapporto tra ciclisti e automobilisti?
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Intervista ad Alésien Louis Aït Mouhoub, presidente dell'associazione “Partageons la route en Cévennes”. All'ordine del giorno gli sviluppi sui percorsi stradali, sul comportamento degli utenti e altre operazioni di sensibilizzazione.

Louis Aït Mouhoub è da tre anni presidente dell'associazione “Partageons la route en Cévennes”, creata nel 2009. Ha al suo attivo cinquant'anni di ciclismo. Incontro per focalizzarsi sulle novità della mobilità dolce.

Cos’è l’operazione “Non essere quello che non hai visto”?

che inizia questo lunedì 4 novembre, nel cuore di Alès, nel Gard, è importante?

Lo stiamo organizzando per la quinta volta. Le statistiche evidenziano, da diversi anni, che con il passaggio all’orario invernale, è tra novembre e dicembre che aumentano gli incidenti in bicicletta, pedoni e scooter. Ciò è dovuto alla mancanza di visibilità. Dopo l'emergenza sanitaria dovuta al Covid, si è assistito a un'espansione del ciclismo utilitario (per raggiungere il posto di lavoro, ad esempio, ndr) ma anche del ciclismo ricreativo, spinto dall'arrivo delle biciclette a pedalata assistita. E da due o tre anni notiamo che alcune persone, più ristrette economicamente di altre, hanno dovuto viaggiare con vecchie biciclette tirate fuori dai garage, senza un'illuminazione adeguata. Pensano che in città, con i lampioni, siano visibili, ma non è vero. L'illuminazione nei centri abitati non è ottimale; è un po' sotto tono. L'anno scorso, durante la nostra operazione durata tre giorni, abbiamo notato tra i 180 e i 200 attraversamenti, completamente confusi tra bici e scooter.

Nelle grandi città i rapporti tra ciclisti e automobilisti sono tesi. E Alès?

Direi che c’è un denominatore comune che è l’auto. È sempre l'auto a entrare in conflitto con una bicicletta, un pedone o un camion. Ad Alès, da quando è nata l'associazione, si è prestata maggiore attenzione ai trasporti delicati. E finora non abbiamo ricevuto molti feedback su questo argomento. Naturalmente c'è sempre il conflitto d'uso, come ovunque. Ma l’associazione ha preso l’iniziativa di “rafforzare” i funzionari eletti in modo che possano attuare accordi ciclistici. In città ci sono ben 40 chilometri, anche se non è tutto perfetto. Ci sono anche tre punti neri, relativi alla questione fondiaria: la rotonda di Gibertine, l'incrocio tra il ponte della Resca e il molo di Boissier-de-Sauvages e l'attraversamento della passerella di La Royale. Ma gli aggiustamenti apportati fanno sì che i rapporti ad Alès siano sani. Sviluppi come quello della Greenway che collega il polo meccanico a La Luquette, vera e propria spina dorsale della città; le persone se ne sono appropriate e questo aiuta a garantire che non ci sia conflitto…

E gli scooter?

È sempre lo stesso. Il legislatore attende che si verifichi un conflitto di utilizzo prima di legiferare. Quindi il 99% non è assicurato. Per il resto, il comportamento degli utenti è identico a quello della bicicletta: sono il 30% che fanno di tutto e questo infanga la reputazione del 70% che è rispettoso degli altri.

Parliamo di Alès, ma come funziona sulle strade delle Cévennes?

Per il ciclismo ricreativo, per le passeggiate, non vi è alcun conflitto di utilizzo. Mi rendo infatti conto che l'auto, cresciuta e cresciuta, non è più adatta alle stradine delle Cévennes. A volte, quando un'auto e una bicicletta si incrociano, bisogna tenere le natiche unite… Personalmente, non mi sento più insicuro sulla strada di Bagnols che quando salgo a Saint-Martin-de-Boudaux. I ciclisti non devono fare nulla. Ma, in generale, gli automobilisti si comportano bene. Ciò che a volte genera conflitti è che molti conducenti, con la patente da almeno trent'anni, non conoscono le regole della circolazione con le biciclette. Oggi ognuno adatta il Codice della Strada alla propria pratica, tutto qui.

Le autoscuole e gli istituti scolastici hanno un ruolo da svolgere?

Le scuole e le autoscuole normalmente lo fanno! È soprattutto sulle infrastrutture che bisogna porre l’accento…

In termini di infrastrutture, cosa dovremmo fare allora?

I progetti devono uscire. Ma è lungo! Tra gli studi tecnici e quello che segue passano dieci anni. Stiamo, ad esempio, aspettando lo sviluppo della ciclabile tra Saint-Julien-les-Rosiers e Alès, via Saint-Martin-de-Valgégales. Sapete, anche le comunità vorrebbero che abbreviassimo i tempi…

Quando si parla di mobilità dolce, stiamo meglio ad Alès che altrove?

Non direi che stiamo meglio; Direi che stiamo recuperando terreno. Anche rispetto a Nîmes direi che siamo avvantaggiati. E questo si riflette nei comportamenti tra ciclisti e automobilisti. Più misure di sicurezza ci saranno, meno conflitti ci saranno. E, a volte, non dovremmo esitare a ricorrere alla repressione per riportare le persone sulla strada giusta. In bici o in macchina.

: L'operazione si svolge dal 4 al 6 novembre, dalle 17:30 alle 19:00, davanti al teatro Le Cratère, nel centro della città di Alès.

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