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23,2 miliardi di euro di ricchezza creata a Reunion nel 2023

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Il 4 ottobre 2024, l’INSEE ha presentato alla stampa la valutazione 2023 dell’economia della Riunione basata sulla pubblicazione del “CEROM” (Quick Economic Accounts for Overseas — ndr) di INSEE, AFD e IEDOM.

Nella Riunione, il prodotto interno lordo (PIL) ammontava a 23,2 miliardi di euro nel 2023, aumenta dell’1,7% in termini reali (5,4% in valore). Sebbene l’economia continui a crescere, il ritmo è più lento rispetto a quello del 2022 (+2,6%) e prima della crisi sanitaria (+2,5% in media annua tra il 2014 e il 2019). Si tratta della progressione più moderata in dieci anni, ad eccezione del 2018 (movimento dei gilet gialli) e del 2020 (pandemia di Covid-19). Nel 2023, il PIL pro capite dell’Isola della Riunione raggiunge i 26.300 euro, con un aumento del 4,8% in valore, dopo un aumento del 5,8% nel 2022.

I consumi delle famiglie continuano a crescere modestamente, a un ritmo simile a quello dell’anno precedente, nonostante un calo delle importazioni. Si tratta di oltre 13 miliardi di euro. Secondo la pubblicazione, questo è il risultato della sostenuta produzione locale e della riduzione delle scorte da parte delle aziende. I consumi della Pubblica Amministrazione ammontano a 10 miliardi di euro. Anche gli investimenti tornano a crescere dopo il calo registrato nel 2022 e sono stimati a 4,9 miliardi di euro.

I consumi trainano la crescita

Secondo la pubblicazione “CEROM”, la crescita dell’economia della Riunione non è tornata al livello precedente alla pandemia di Covid-19. Il 2022 ha segnato una ripresa con un +2,6%. Ma il 2023 segna una battuta d’arresto con un +1,7%.

Questi dati sono preoccupanti, perché anche con tassi di crescita del 5% nella Riunione negli anni 1990-2000, la disoccupazione non è diminuita.

Ciò mostra una particolarità dell’economia dell’isola della Riunione. È in grado di produrre più di 23 miliardi di euro di ricchezza nel 2023. Ma metà della popolazione è esclusa dal lavoro sostenibile. La disoccupazione di massa è una realtà da 50 anni e quasi il 40% della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà.

Sono i consumi il principale motore della crescita. Il denaro che finanzia questa crescita proviene in particolare dai trasferimenti pubblici sotto forma di stipendi, sussidi e prestazioni sociali.

La principale conseguenza di questa relativa stagnazione economica è un numero insufficiente di posti di lavoro creati nel 2023.

(continua)

MM

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