Sotto la presidenza di Emmanuel Macron, crisi ripetute

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Emmanuel Macron aveva deciso di sciogliere l’Assemblea nazionale per contrastare l’estrema destra.

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La scommessa persa del presidente francese Emmanuel Macron sullo scioglimento dell’Assemblea nazionale – che domenica ha portato a un risultato elettorale storico per il partito di estrema destra Rally Nazionale (RN) – è parte di una lunga serie di crisi da quando è salito al potere nel 2017.

Ecco i più notevoli.

I Gilet Gialli

Questa mobilitazione antigovernativa, nata inizialmente sui social network contro l’aumento delle tasse sul carburante, ha mobilitato 282.000 persone il 17 novembre 2018 in tutto il Paese. I manifestanti, vestiti con gilet gialli, bloccano le strade.

Il movimento raggiunse il suo culmine il 1° dicembre con il saccheggio del famoso Arco di Trionfo a Parigi.

Dopo diversi sabati di violenza, Emmanuel Macron ha annullato l’aumento delle tasse sul carburante, i prezzi dell’elettricità e del gas sono stati congelati e il salario minimo è stato aumentato.

Il movimento, in declino dalla primavera del 2019, è stato caratterizzato da 11 morti e circa 2.500 feriti tra i manifestanti, nonché 1.800 feriti tra la polizia.

“Guerra” contro il Covid-19

La pandemia di coronavirus è arrivata in Francia all’inizio del 2020, uccidendo quasi 70.000 persone quell’anno e provocando il rallentamento del paese.

Il 17 marzo Emmanuel Macron decretava una “guerra sanitaria” e un primo confinamento, mentre l’ospedale crollava sotto i casi.

Di fronte alle varianti successive, l’esecutivo impone restrizioni alla vita quotidiana, come indossare la maschera o il pass sanitario. Inoltre distribuisce generosamente sussidi per sostenere le imprese francesi.

Lotta sulle pensioni

All’inizio del 2023, il progetto impopolare del campo presidenziale di spostare l’età pensionabile legale di due anni, portandola a 64 anni, provoca una mobilitazione di oltre tre mesi, con cortei che superano per tre volte, secondo la polizia, 1,2 milioni di persone.

Raffinerie, trasporti e porti sono bloccati. Lo sciopero dei netturbini sta trasformando i marciapiedi parigini in bidoni della spazzatura a cielo aperto.

Il 16 marzo, il primo ministro Elisabeth Borne ha attivato un articolo della Costituzione per adottare la legge sulle pensioni senza votazione, nonostante i molteplici ricorsi diventati frequenti in un’Assemblea nazionale dove il presidente dispone solo della maggioranza relativa dopo la sua rielezione nel 2022 .

Rivolte dopo la morte di Nahel

Il 27 giugno, nel Paese è scoppiata la violenza urbana dopo la morte di Nahel, un 17enne ucciso da una sparatoria della polizia dopo essere fuggito durante un controllo stradale nella regione parigina. Un atto definito “imperdonabile” dal capo dello Stato.

Le rivolte hanno mobilitato 45.000 agenti di polizia in cinque notti consecutive, con quasi 4.000 arrestati. Emmanuel Macron annuncia un progetto di “legge d’emergenza” per accelerare la ricostruzione nelle città colpite dalla distruzione.

L’agente di polizia accusato della morte dell’adolescente è accusato di omicidio intenzionale.

Sconfitta agli Europei e scioglimento a sorpresa

Il 9 giugno 2024 il Raggruppamento Nazionale ha vinto le elezioni europee con il 31% dei voti. Nel processo, il capo dello Stato ha sciolto, con sorpresa di tutti, l’Assemblea nazionale, indicendo elezioni legislative anticipate.

Tre settimane dopo, il 30 giugno, la RN e i suoi alleati ottennero più di un terzo dei voti e ottennero 39 deputati al primo turno. Il campo presidenziale conferma la sconfitta alle elezioni europee, arrivando solo al terzo posto.

(afp)

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