Martedì si apre a Londra un processo tra i laboratori farmaceutici Moderna e Pfizer BioNTech. Al centro di questa battaglia legale: la paternità e il diritto di utilizzare la tecnologia dell’RNA messaggero, fondamentale per lo sviluppo dei loro vaccini contro il Covid-19.
L’americano Moderna accusa la controparte di violazione di due brevetti europei (EP 949 e EP 565) legati al suo vaccino contro il coronavirus. Il colosso americano Pfizer e la tedesca BioNTech respingono queste accuse, rispondendo che i brevetti in questione non sono validi. Le udienze dovrebbero durare fino al 15 maggio.
Inoltre, il 2 maggio si aprirà un secondo processo in cui Pfizer e BioNTech mettono in discussione gli impegni di Moderna durante la pandemia di non perseguire laboratori che avrebbero utilizzato la sua tecnologia vaccinale nella lotta contro la pandemia.
Pionieri dei vaccini contro il coronavirus
Secondo Moderna, il laboratorio ha assunto questo impegno al culmine della pandemia, ma lo ha modificato nel marzo 2022. Inoltre, Moderna si è impegnata a non intraprendere azioni legali in merito alla produzione di vaccini utilizzando la sua tecnologia per combattere la pandemia nei paesi a basso reddito, ma non nei paesi ricchi come gli Stati Uniti o l’Europa. Moderna aveva avviato un procedimento nell’agosto 2022 contro Pfizer e BioNTech negli Stati Uniti e in Germania.
In un comunicato stampa, un portavoce di BioNTech sottolinea che Moderna ha avviato senza successo azioni legali negli Stati Uniti, Irlanda, Germania e Paesi Bassi. BioNTech-Pfizer e Moderna sono state tra le prime – con la britannica AstraZeneca – a mettere i vaccini sul mercato contro il coronavirus, che ha portato loro miliardi di dollari. Le due aziende americane e quella tedesca utilizzavano la tecnologia all’avanguardia dell’RNA messaggero, mentre gli inglesi avevano optato per una formula di immunizzazione più tradizionale.
