l’essenziale
Maurice Teboul è morto questa domenica, 21 aprile. Veterano della seconda guerra mondiale, partecipò alla liberazione di Parigi ed entrò nel nido dell’aquila di Hitler. Questo appassionato di aviazione ha poi trascorso la sua vita nella regione di Tolosa. Ha anche fatto paracadutismo all’età di 90 e 95 anni. Ritratto.
Maurice Teboul ha costantemente sfidato la morte. In poco più di cento anni di esistenza, questo Blagnacais ha combattuto molte battaglie contro di essa. Purtroppo, domenica 21 aprile, è venuto a mancare il veterano della Seconda Guerra Mondiale, la cui memoria era un vero e proprio scrigno di aneddoti e racconti. “Non ho paura della morte. Durante la guerra ero in prima linea. Ho ricevuto colpi di cannone”, ha confidato in un’intervista, nel cuore della crisi del Covid-19, poco dopo essere sopravvissuto a una seconda contaminazione del virus.
Maurizio era una vera forza della natura. I mesi di reclusione e la pandemia non lo hanno mai abbattuto. Anche un ricovero di 45 giorni dopo aver contratto il Covid-19 non è riuscito a ridurlo. “Ne ho avuto abbastanza. Ho chiesto di andare in un centro di riabilitazione. Mi sono sentito di nuovo vivo e finalmente sono stato portato a casa. A poco a poco ho ritrovato la mia flessibilità e ho ripreso i quattro chili che avevo perso”, ha raccontato La Dépeche du Midi.
Negli uffici di Hitler
Il Blagnacais ha vissuto molto peggio. Durante la seconda guerra mondiale, si unì alla seconda divisione corazzata, come cannoniere, al fianco del maresciallo Leclerc. “Ho fatto lo sbarco in Normandia, la Liberazione di Parigi, sono andato nel nido dell’aquila di Hitler, sono persino entrato nel suo ufficio”, spiega.
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Durante i combattimenti, Maurice Teboul scampò più volte alla morte. Ha sempre fatto bene. Quando raccontava questo periodo, il centenario raccontava regolarmente gli stessi aneddoti. Si riferiva al carro armato nel quale non era salito all’ultimo minuto e che esplose pochi secondi dopo, oppure ai proiettili sparati da un blindato tedesco che lo colpirono ma dal quale uscì illeso. “Ogni volta sono sfuggito alla morte. Qualcosa deve proteggermi, è il destino!” esclamarono i Blagnacais.
Dal paracadutismo a 90 anni
Dopo la guerra, l’eroe ricevette numerosi riconoscimenti, tra cui la Legion d’Onore, la Croix de Guerre, la Medaglia Militare e la Presidential Unit Citation (una decorazione americana). Si trasferisce nella regione di Tolosa per creare una scuola guida e perseguire la sua passione per l’aviazione.
All’età di 90 anni fece addirittura il suo primo lancio con il paracadute. Un momento eccezionale che racconta anche sul giornale: “Visto che ho fatto tante acrobazie con l’aereo, sarei pronto a rifarle. Ho saltato due volte, a 90 e a 95. Lo rifarei quando avrò 100 anni, ma i medici sono contrari a causa del mio cuore”, ha annunciato nell’estate del 2023.
I funerali del veterano saranno organizzati a Blagnac, sua città d’adozione, giovedì 25 aprile, presso il cimitero del parco. Si prevede che molte persone diranno addio a quest’uomo dalle vite molteplici e straordinarie.