Trattamenti COVID-19: cosa devono sapere i riceventi il ​​trapianto

Trattamenti COVID-19: cosa devono sapere i riceventi il ​​trapianto
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Trattamenti preventivi

Si raccomanda ancora vivamente che le persone a rischio di sviluppare forme gravi di Covid-19 ricevano richiami, al fine di mantenere la loro immunità al virus Covid-19 a un livello elevato.
Viene proposta una nuova campagna di vaccinazione contro il COVID-19. Le persone colpite potranno ricevere una dose di vaccino tra il 15 aprile e il 16 giugno, se l’ultima iniezione o infezione da Covid-19 risale ad almeno 3 mesi.
Effettuare il richiamo in primavera vi permetterà di essere tutelati durante il periodo estivo, in particolare durante i Giochi Olimpici e Paralimpici durante i quali lo spostamento di persone provenienti da tutto il mondo potrebbe favorire un’ondata epidemica.
A seconda della circolazione del virus, questa campagna di vaccinazione primaverile potrà essere prolungata di un mese.
Una dose di richiamo aggiuntiva adattata al ceppo XBB1.5 della variante Omicron (Comirnaty® Omicron Uno studio recente suggerisce che una dose di richiamo del vaccino XBB.1.5 migliora la neutralizzazione delle varianti SARS-CoV-2 inclusa la variante JN.1[1] e titoli anticorpali indotti simili all’infezione da XBB.
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La vaccinazione protegge efficacemente dalle forme gravi di COVID-19 ma non previene la contaminazione (anche se ne limita i rischi). È quindi opportuno proseguire le misure preventive per ridurre il rischio di contaminazione ed effettuare rapidamente un test PCR o antigene in caso di sintomi.

Un nuovo anticorpo monoclonale per la prevenzione del COVID-19 è disponibile su base compassionevole per le persone immunocompromesse che non sono idonee o non rispondono alla vaccinazione.
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Trattamenti curativi

In Francia sono disponibili due trattamenti antivirali: nirmatrelvir/ritonavir (Paxlovid®) e remdesivir (Veklury®) in determinate condizioni. Dovrebbero essere iniziati subito dopo la diagnosi di COVID-19 e la comparsa dei sintomi. Paxlovid® viene somministrato per via orale per 5 giorni e Veklury® viene somministrato per via endovenosa per 3 giorni.

Il trattamento interagisce con molti farmaci e in particolare con la maggior parte degli immunosoppressori. Il potenziale beneficio del trattamento deve essere attentamente valutato rispetto ai rischi connessi. Casi gravi, alcuni fatali, sono stati segnalati recentemente con la co-somministrazione di Paxlovid® e inibitori della calcineurina (ciclosporina, tacrolimus) e inibitori di mTOR (everolimus, sirolimus).
Dato questo rischio di gravi interazioni, il Comitato di Farmacovigilanza (Prac) dell’Agenzia Europea ha allertato gli operatori sanitari e ha ricordato le raccomandazioni da seguire per limitare questo rischio. Per affrontare la complessità della co-somministrazione è necessaria la consultazione di un gruppo multidisciplinare di specialisti.
Per maggiori informazioni :

Il trattamento è indicato come seconda linea in caso di controindicazione formale al Paxlovid® e in assenza di controindicazione, in particolare renale. Richiede il monitoraggio della funzionalità renale e un attento monitoraggio clinico durante e dopo l’infusione a causa dei possibili effetti avversi durante l’iniezione (in particolare ipotensione arteriosa).


[1] Ceppo della variante Omicron che circola di più nel mondo e in Francia da dicembre 2023

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