Sospetti doping da parte dei nuotatori cinesi: l’Agenzia mondiale antidoping spiega le ragioni del suo silenzio, legate alla pandemia di Covid

Sospetti doping da parte dei nuotatori cinesi: l’Agenzia mondiale antidoping spiega le ragioni del suo silenzio, legate alla pandemia di Covid
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l’essenziale
23 nuotatori cinesi implicati in un caso di doping New York Times e il canale tedesco ARD. L’imputato sarebbe risultato positivo sette mesi prima dei Giochi Olimpici di Tokyo del 2021. Di fronte a questa vicenda, l’Agenzia mondiale antidoping (WADA) afferma di aver controllato i dati forniti dalla CHINADA (l’agenzia antidoping cinese). L’indagine non è stata completata poiché la WADA non ha potuto recarsi in Cina a causa del Covid.

Una nuova vicenda doping sta scuotendo il mondo dello sport, e questa volta a essere colpito è il mondo del nuoto. Questo sabato, 20 aprile, il canale tedesco ARD e il New York Times ha rivelato il coinvolgimento di 23 nuotatori cinesi in una vicenda di doping. Secondo quanto riferito, sono risultati positivi alla trimetazidina all’inizio del 2021, sette mesi prima dei Giochi Olimpici di Tokyo. La Cina sostiene poi che questi atleti siano stati vittime di contaminazione alimentare.

Questo scandalo fa tremare il nuoto, ma anche l’Agenzia mondiale antidoping che sarebbe stata informata di questi test positivi. È sospettata di aver rinunciato a questa faccenda. Molto rapidamente la WADA ha preso posizione e ha spiegato il suo silenzio.

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Un colpevole: il Covid

La WADA riconosce di essere stata informata di questi test positivi. Ma lei si difende, e spiega di non aver potuto svolgere le sue indagini a causa della pandemia di Covid-19. In un comunicato stampa diffuso in giornata, si precisa: “La WADA è stata informata nel giugno 2021 della decisione dell’agenzia antidoping cinese (CHINADA) di accettare che i nuotatori risultati positivi all’inizio del 2021 a TMZ dopo essere stati esposti inavvertitamente a questa sostanza in seguito a contaminazione”. Avrebbe poi “esaminato attentamente la situazione” e “richiesto il fascicolo completo”.

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Ma la particolare situazione globale di questo periodo avrebbe impedito l’indagine della WADA: “Gli scienziati e gli investigatori della WADA non sono stati in grado di svolgere le loro indagini sul campo in Cina a causa delle restrizioni estreme imposte dal blocco del Covid. La WADA ha infine concluso di non essere in grado di confutare la possibilità che la contaminazione fosse la causa di TMZ e che fosse coerente con i dati analitici presenti nel fascicolo”.

Questa vicenda scuote il mondo del nuoto, mentre tra meno di 100 giorni si terranno i Giochi Olimpici di Parigi.

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