Industria: le delocalizzazioni stanno accelerando in Europa e negli Stati Uniti

Industria: le delocalizzazioni stanno accelerando in Europa e negli Stati Uniti
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La pandemia di COVID-19 ha profondamente interrotto le catene di approvvigionamento globali, spingendo molte aziende a ripensare la propria strategia di produzione.

Sta emergendo una tendenza sorprendente: la delocalizzazione delle imprese industriali e manifatturiere in Europa e negli Stati Uniti. Questa “ondata di terreno” è in crescita e promette di accelerare negli anni a venire, secondo un recente studio di Capgemini.

Rafforzare la capacità produttiva

Lo studio, condotto tra 1.300 dirigenti senior di gruppi industriali in 11 paesi, tra cui Stati Uniti, Germania, Francia e altri paesi europei, rivela un desiderio comune di rafforzare le capacità produttive locali. Questa tendenza, descritta come una “vera ondata”, si osserva in tutti i settori e in tutti i paesi studiati.

Gli investimenti previsti per rafforzare la capacità produttiva delle imprese, sia attraverso il reshoring che il near-shoring, ammontano a 3,4 trilioni di dollari nei prossimi tre anni. Ciò rappresenta un aumento significativo rispetto ai 2,4 trilioni di dollari investiti negli ultimi tre anni. Questi investimenti corrispondono a circa l’8,7% del fatturato delle aziende interessate.

La motivazione principale alla base di queste delocalizzazioni è la ricerca di una maggiore resilienza delle catene di fornitura. La pandemia ha evidenziato le vulnerabilità nelle catene di approvvigionamento globali, spingendo le aziende a rimpatriare le operazioni per ridurre i rischi derivanti dalla dipendenza da fornitori stranieri.

Investimenti per la reindustrializzazione

In Europa, in particolare in Francia e Germania, i progetti di investimento per la reindustrializzazione sono particolarmente significativi. Le aziende francesi prevedono di investire circa 340 miliardi di dollari tra il 2023 e il 2026, mentre i progetti tedeschi ammontano a 673 miliardi di dollari. Negli Stati Uniti gli investimenti previsti raggiungono i 1.400 miliardi di dollari.

Tuttavia, nonostante gli sforzi degli Stati Uniti per incoraggiare il reshoring attraverso misure come l’Inflation Reduction Act (IRA), lo sforzo relativo rimane inferiore a quello dell’Europa. Persistono preoccupazioni sugli effetti di queste politiche sulla concorrenza internazionale, con la critica che tali iniziative potrebbero distorcere la concorrenza nel mercato globale.

Sebbene le delocalizzazioni offrano opportunità per rafforzare la resilienza delle economie locali, permangono delle sfide. Questioni come l’efficacia degli incentivi pubblici e la necessità di politiche commerciali eque richiedono un’attenzione continua per garantire una transizione di successo verso una produzione più locale e sostenibile.

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