Per chi ha finito tutto Netflisque, Amazaune, Dissenéplusse e le altre piattaforme streaming, per chi il masochismo non ha limiti, o, ancora meno fortunato, per chi come me ha avuto bisogno di mettere occhio e orecchio per motivi professionali, questa settimana nella stazione andava in onda un programma molto curioso: il discorso di politica generale del Primo Ministro.
Non c’è bisogno di toccare il lato del televisore per verificare che la presa SCART sia inserita correttamente, né di guardare fuori dalla finestra per vedere se c’è un piccione sull’antenna: l’annunciatore non ha fumato il tappeto al momento dell’annuncio la trasmissione dei programmi e non c’è nessun errore di battitura in Télé Z. C’è stato ANCORA un discorso di politica generale da parte di un Primo Ministro. Sì. Ancora.
Quindi è vero che prima il ritmo di questo genere di cose era più o meno uno ogni tre anni. Adesso sono tre all’anno. Record da battere nel 2025. Ma cosa pretendi, nella vita tutto evolve. Oltretutto non ci sono più i vivavoce, e le prese SCART sono ormai oggetti per collezionisti poco ambiziosi, perché utilizziamo cavi HDMI.
Comunque, per tornare alle vecchie cose che si trovano alla fine dei mercatini dell’usato, quando tutti hanno fatto le valigie e nella Twingo non c’è più spazio per caricarle, parliamo un po’ di François Bayrou.
Si sarebbe detto che un ragazzo che aspettava da trent’anni per fare questo discorso davanti ai 577 deputati che compongono l’emiciclo avrebbe avuto il tempo di comprare un foglietto adesivo e un evidenziatore. Ebbene no.
Avremmo anche potuto dire che, prima di sedersi su una scrivania davanti a 577 persone, di cui 568 non appartenenti al suo schieramento politico, avrebbe potuto semplicemente controllare che le sue quarantadue pagine di appunti fossero numerate correttamente. senso. Ebbene no.
Francamente,…
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