Jean-Pierre Bacri è morto nel gennaio 2021 all’età di 69 anni. Figura di spicco del cinema e del teatro francese, l’attore, sceneggiatore e autore era noto per i suoi ruoli intrisi di ironia e umanità. In duo con Agnès Jaoui, ha scritto opere come Una somiglianza di famiglia O Il gusto degli altrimescolando umorismo e critica sociale. Premiato numerosi César nel corso della sua carriera, ha lasciato un segno unico con la sua sincerità e la sua visione incisiva della società. Ha vissuto tra il 1987 e il 2012 “bellissima storia” della sua vita, come la descrisse lui, con l’attrice Agnès Jaoui, la sua “anima gemella”. Insieme si sono formati luna delle coppie più emblematiche del cinema francesesia sullo schermo che nella vita. Il loro incontro risale agli anni ’80, quando lavoravano nel mondo del teatro. Divenuti inseparabili, condividevano una visione artistica comune incentrata sulle storie umane, sottili e intrise di realismo. La loro collaborazione è decollata con film come Cucina e Annessi (1993) et Una somiglianza di famiglia (1996), adattato dalle loro stesse opere teatrali.
Nonostante la loro separazione nel 2012, Jean-Pierre Bacri e Agnès Jaoui hanno mantenuto un forte legame professionale. L’attrice confidò anche a Paris Match lo stesso anno: “Penso che l’amore possa durare, ma non deve essere necessariamente un fallimento se la storia finisce. Soprattutto quando le persone continuano ad amarsi in un certo modo”.. Intervistate dalle nostre sorelle Madame Figaro su la sua opera intitolata “La dimensione del nostro seno”, pubblicato dalle Editions Grasset nel settembre 2024, Agnès Jaoui ha ammesso che dopo la morte di Jean-Pierre Bacri nel 2021, aveva paura di non essere più in grado di scrivere. “Dal mio primo diario, all’età di 11 anni, al filmare e recitare in sceneggiature, non ho mai smesso di scrivere. Ma dopo la partenza di Jean-Pierre Bacri, con cui ho sempre condiviso la penna, ero sconvolto. Non sapevo se ce l’avrei fatta di nuovo…”ha ammesso. Alla fine è riuscita brillantemente a riprendere in mano la penna grazie a questo progetto di libro che evoca la sua infanzia.
Agnès Jaoui riscopre il piacere di scrivere
“Il progetto di questo primo libro (…) mi sembrava ovvio. Una sorta di intermezzo gentile, piacevole, che mi ha permesso di consolarmi per un po’. Mi piaceva ricordare, riflettere su ciò che era cambiato, contato, sorpreso, traumatizzato, tradito”ha spiegato Agnès Jaoui. La storia? “Eravamo tre amici, provenienti da contesti completamente diversi. Io venivo da Sarcelles, Isabelle dall’America e Cécile da rue Poliveau. Avevamo sette anni quando ci siamo conosciuti alla scuola di rue Buffon, e insieme abbiamo scoperto i ragazzi, la trasformazione dei nostri corpi, il punto di vista dell’altro e il conforto infinito dell’amicizia. È questa storia che volevo raccontare, con i disegni di Cécile. pittore che ammiro e che, come Isabelle, è ancora un mio caro amico, a più di cinquant’anni dal nostro incontro”, leggiamo sul retro della copertina.
Per la prima volta, quindi, Agnès Jaoui prende in mano la penna guardare indietro ai ricordi teneri ma a volte duri della sua infanzia. Un esercizio molto piacevole secondo le sue parole: “Oltre ad essere vitale, la scrittura mi sembra il modo migliore per fare un passo indietro rispetto alla vita. Annotare da qualche parte ciò che ci sta accadendo, e ritornarci se necessario nel tempo o nelle emozioni. Perché i ricordi trasformano tutto, restituendoci il ruolo buono in generale, e facendoci così dimenticare i dettagli dei momenti più difficili”. E per concludere con questa analisi: “Mettere tutto nero su bianco, nel bene e nel male, ha indubbiamente virtù terapeutiche. Mi piace tutto della scrittura, soprattutto il fatto che ci vuole tempo”..
Related News :