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La cantante maliana Rokia Traoré, trasferita dall’Italia, detenuta in Belgio

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Dal 2019 è in conflitto con il drammaturgo belga Jan Goossens per la custodia della figlia, nata nel 2015. Il padre afferma di non aver visto la bambina da cinque anni e mezzo.

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Télévisions – Editoriale Cultura

Pubblicato il 29/11/2024 16:13

Aggiornato il 29/11/2024 16:28

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La cantante maliana Rokia Traoré nel 2013 durante la conferenza dal titolo “Musique et Résistances” al Dock des Suds, a Marsiglia, nel 2013. (ANNE-CHRISTINE POUJOULAT/AFP)

La cantante maliana Rokia Traoré, ricercata dalla giustizia belga, è stata trasferita venerdì 29 novembre dall’Italia e incarcerata nel carcere di Haren, vicino a Bruxelles, ha annunciato all’AFP la procura della capitale belga. “È arrivata in Belgio ed è stata imprigionata nella prigione di Haren”ha detto un portavoce della procura, senza fornire altri dettagli.

Rokia Traoré, 50 anni, è oggetto di una condanna per mancata rappresentanza di minore pronunciata nel 2023 dal tribunale di Bruxelles. È in conflitto dal 2019 con il drammaturgo belga Jan Goossens per la custodia della loro figlia, nata nel 2015, che suo padre afferma di non vedere da cinque anni e mezzo. A seguito di un mandato d’arresto europeo, Rokia Traoré era stata arrestata lo scorso giugno all’aeroporto di Roma Fiumicino, dove era appena atterrata per un concerto in Italia.

Secondo il suo avvocato belga, Vincent Lurquin, la cantante ha dovuto informare la giustizia belga, al suo arrivo, della sua opposizione alla condanna in contumacia del 2023, per poter essere ritentata in sua presenza. In questo caso, “rimarrà in detenzione per tutta la durata di questo secondo processo”ha indicato il portavoce della Procura. Questa nuova udienza potrebbe tenersi già a dicembre. Contattato dall’AFP, Me Lurquin ha espresso il suo desiderio “Trovare un accordo nell’interesse del minore” con la parte avversaria, al fine di evitare una nuova condanna per Rokia Traoré.

Sin dal suo arresto in Italia, Rokia Traoré si è opposta alla sua estradizione in Belgio, ma ha esaurito tutti i suoi ricorsi davanti alla giustizia italiana. Quest’ultimo è stato respinto il 20 novembre dalla Corte di Cassazione italiana, consentendone così il trasferimento.

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