In Quello che sto cercandopubblicato da Éditions Fayard, Jordan Bardella racconta il suo viaggio, dalle origini familiari alle ambizioni politiche. Anche se il libro sarà in vendita questo sabato, Le Figaro è riuscito a procurarselo in anteprimaprima di condividerne alcuni estratti.
In questa autobiografia, Jordan Bardella ripercorre la sua infanzia e più in particolare un complesso che lo ha bloccato per molto tempo. Il presidente della RN dice di aver sofferto per il suo nome, Jordan, che gli è valso “sorrisi beffardi e commenti condiscendenti”.
“Lontano dalla mia città…”: questa lacuna che preoccupava Giordano Bardella
“Spesso mi sentivo in imbarazzo quando, lontano dalla mia città, incontravo persone che non provenivano dal mio ambiente.
Ho avuto difficoltà a dire il mio nome, ad accettarlo. Immerso in un mondo politico popolato da Arthur, Charles, François o Donatien provenienti da contesti più tradizionali, ero lontano dai primi nomi che risuonavano a Saint-Denis durante i miei primi vent'anni”, confida il giovane 29enne.
Primo consapevole di questo nome, Jordan Bardella spiega che ce la farà “una forza“, poiché porta”(la sua) origine sociale e la traccia dei (suoi) antenati”. “Capirò più tardi che il mio nome è a pennarello in ferro caldola carta d'identità della mia classe sociale. Racconta le mie origini e segna la mia appartenenza ad un decennio”, assicura il leader di estrema destra.
Jordan Bardella insiste sulle sue origini italiane
Più che un nome per Jordan Bardella, questa scelta dei suoi genitori funge da “un passaporto”. “Il ricordo del mio percorso, figlio delle classi popolari e figlio di migranti italianierede della meritocrazia repubblicana”. Nel suo libro, il giovane sottolinea espressamente le sue origini italiane, tra la madre nata a Torino e il padre, di origine kabylo-alsaziana e italiana. “Quanti nostri genitori, quanti nostri anziani esprimono oggi il loro sgomento nel non riconoscere più questa Francia tanto amata?”, si chiede Giordano Bardella nel suo libro.
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