Il seguito di “Joker” non trova il suo pubblico negli Stati Uniti e nel mondo, nonostante l’intensa promozione.
Era uno dei film più attesi dell’autunno, il seguito di un grande successo al botteghino. Nel 2019, “Joker” di Todd Philips, una “origin story” sul più famoso antagonismo di Batman, aveva raccolto più di un miliardi di dollari di fatturato in tutto il mondo e ha vinto numerosi premi, tra cui il Leone d’Oro a Venezia e due Oscar: quello come miglior attore per Joaquin Phoenix e quello per la migliore musica per Hildur Guðnadóttir. Hollywood ama i sequel che garantiscono quasi il successo, ma questo ha impiegato cinque anni per vedere la luce. Todd Philips (“Very Bad Trip”) è rimasto dietro la macchina da presa, Joaquin Phoenix è tornato nel ruolo del protagonista con un forte rinforzo: la cantante mega star Lady Gaga nei panni di Harley Quinn. Il piano promozionale ricalcava quello del 2019: una visita alla Mostra in concorso per dare un carattere adulto al film, prima di un’uscita in pompa magna.
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E… patatra. Nel suo primo fine settimana negli Stati Uniti, il film ha ottenuto il primo posto al botteghino ma ha incassato solo poco più di 40 milioni di dollari. Anche a livello internazionale “Joker: Folie à deux” non ha avuto il successo sperato, soprattutto in Francia, con 81 milioni di dollari raccolti in 76 paesi. Dato che il film è costato molto – si parla di un budget di 200 milioni -, non dovrebbe coprire solo i costi di sfruttamento cinematografico.
Le cause del fallimento sembrano numerose, col senno di poi. Innanzitutto c’è il genere del film. “Joker: Folie à deux” è soprattutto una commedia musicale, con brani cantati da Lady Gaga e Joaquin Phoenix inclusa una cover di “Ne me Leave pas” di Jacques Brel. Dopo aver riscosso un grande successo al botteghino negli anni Cinquanta e Sessanta, il genere non piace spesso al grande pubblico, tanto da diventare talvolta un elemento nascosto durante la promozione, come nel caso del film “Wonka” che aveva, lui ha trovato il suo pubblico. L’esempio di “West Side Story” di Steven Spielberg avrebbe potuto allertare i produttori. Nonostante le ottime recensioni, il remake del film cult degli anni ’50 ha incassato poco più di 76 milioni di dollari in tutto il mondo.
Il secondo punto riguarda il tema stesso del film, che risponde ai detrattori della prima parte facendo più chiarezza sulla natura psicotica e antiesemplare dell’eroe. Nonostante Todd Philips, “Joker”, primo del suo nome, fosse stato lo standard dei trumpisti per il discorso anti-élite portato avanti da Arthur Fleck riposto qui nell’armadio. Da qui forse la delusione di parte del pubblico per questo film così originale. La messa sembra detta con un voto D nella commissione Cinemascore che non era mai stato assegnato per un film di supereroi, genere che negli ultimi anni ha riscosso un grande successo. Per fare un confronto, l’irreparabile “Madame Web” è uscito con un C+…
Infine, il terzo motivo è forse più incoraggiante. Da due anni il pubblico sembra più imprevedibile, rifuggendo i sequel realizzati per ragioni di marketing: è il caso di questo “Joker: Folie à deux”, il primo essendo stato concepito come un “One Shot” (una storia unica). Ma qui non bisogna generalizzare: la top 10 del 2024 è interamente composta da sequel e remake.
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