La continuazione dopo la pubblicità
Non affidargli un corso di Studi di Genere.
A causa della decrittazione a livello sottile degli stereotipi di genere e delle introspezioni dell'”uomo decostruito” (Hello Timothée Chalamet), il cantante Marc Lavoine andrebbe volentieri al passo. Invitato nel programma mattutino di Pascal Praud, intitolato modestamente Pascal Praud e tu, sulle onde di Europe 1, l’interprete tenore di Revolver Eyes, ci sei andato infatti con la sua analisi sociologica che ci fa venire voglia di rileggere Mona Chollet: “”Sono cresciuta con le mie nonne, mia zia ninetta, sono cresciuta come una ragazza“
“Lavavo i piatti… partecipavo alla vita delle donne e questo mi aiutava molto“, prosegue in questa toccante confessione. Curiosa equazione… Crescere in un ambiente prevalentemente femminile (gli uomini erano sicuramente troppo alti come ragazzi), occuparsi dei compiti domestici garantendone la loro equa distribuzione = essere cresciuta come una femmina?
A quanto pare, per credere alla fine sintesi di Marc Lavoine.
Non è la voce più “decostruita” del popolo, Marc Lavoine?
Tuttavia, con il conduttore stellare dell’ora dei professionisti, Marc Lavoine si era confidato per la prima volta in modo commovente…
Affrontare la complicata riluttanza a vivere della madre alla nascita. “”Mia madre inizialmente mi aveva rifiutato, si rifiutava di vedermi. Poi quando mi ha visto mi ha preso contro di sé, mi ha chiamato Marc e mi ha cresciuto“…non è così facile da confessare:” la malattia della madre “, dove la riluttanza a sopportare il carico materno, la complessità di questo ruolo e le relazioni familiari. Molti testi femministi ricchi di testimonianze ne parlano ultimamente.
Poi la cantante purtroppo ha ammesso questa immagine un po’ meno sottile di “educazione femminile”. Non dei più felici quando saggi e testimonianze di Damons sottolineano sempre più l’importanza di un’educazione emancipata da stereotipi di genere, pregiudizi sessisti e luoghi comuni. Blu per i ragazzi, rosa per le ragazze…
Riflessione tanto più curiosa in quanto le leggere polemiche non mancano sull’argomento di Marc Lavoine.
Parallelamente a questa sorda perplessità, il cantante è anche accusato di erigere a “trofeo femminile” la sua nuovissima compagna mediatica, la modella Adriana Karembeu. Ad ogni esibizione pubblica, sotto i flash dei fotografi, la baciava troppo, la considerava un optional, la commuoveva molto contro i giornalisti, con molto orgoglio. Gesti d’affetto molto importanti per alcuni sinonimi di amore, per altri di spettacolo tipicamente maschile.
Abbiamo dedicato un articolo al tropo della “donna trofeo”: quando un ragazzo “mostra” la moglie meno come un’anima sorella che come un segno esteriore di successo, confermando la sua notorietà, le sue qualità di seduttore e la sua virilità. Perché chi dice “trofeo” dice “performance” e, soprattutto, “competizione”.
Attacchi assurdi agli occhi del preside interessato.
Che ribatte sul set di “C to you”: “Adriana, l’ho baciata perché volevo. Il tempo stringe, ho 62 anni, mi dico che potrebbe essere l’ultimo giorno della mia vita, quindi voglio baciarla l’ultimo giorno della mia vita“. Carpe diem, dunque.